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Sonetto composto verosimilmente prima del 1674. Potrebbe trattarsi di Michele Colomera (1605?-1676), "Filosofo, Teologo e Predicator celeberrimo, Prete secolare" di Taranto; cfr. Nicolò Toppi, Biblioteca napoletana, et apparato a gli huomini illustri in lettere di Napoli, e del Regno, delle famiglie, terre, citta e religioni che sono nello stesso Regno, Napoli, Antonio Bulifon, 1678, p. 113.
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Poetical text transcription
L'haver a i merti, o fortunati heroi,
Il premio egual dal gran monarca ibero;
D'amich'onde gli amplessi, e scherzo altero,
Dar fama al lido, e ricca mercé a voi?
Campi, e forti espugnar, opprimer poi
Con vantaggi non pari il trace fero?
Stancar la fama all'universo intero,
D'alti fatti arricchir gli erari suoi?
Esser unico soggetto, e sol fecondo
Nell'historie d'antichi, e de' moderni,
Fasti terreni son fumi d'un mondo.
Ma a voi calar da' cardini superni
Fra celesti oratori il più facondo;
Son trionfi immortal, son vanti eterni.
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shelfmark 71.11.A.4.116
Record by Giovanni Tribuzio