Scheda n. 709

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1816-1824

Titolo

Giusti dei che sarà qual si nasconde

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Asioli, Bonifazio (1769-1832)
autore del testo per musica: Metastasio, Pietro (1698-1782)
possessore: Borbone, Maria Luisa (1782-1824)

Fa parte di

Redazione

[S.l. : copia, 1816-1824]

Descrizione fisica

C. 1-42

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Giusti dei che sarà qual si nasconde. Cantata, Pel Giorno Natalizio di Maria Teresa Imperatrice Regina

Organico

Tenore, flauto, 2 oboi, 2 fagotti, corno, 2 violini, viola e continuo

Repertori bibliografici

Brunelli 1965: II, 706-708
Gasperini 1911: p. 161

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: Andante mosso(recitativo, 3/4)
T, Giusti dei che sarà qual si nasconde
2.1: Andante(aria, do maggiore, 2/4)
T, Quella cetra ah pur tu sei
3.1: (recitativo, c)
T, Di quanto o cetra ingrata
4.1: Allegro(aria, si♭ maggiore, c)
T, Non vada un picciol legno

Trascrizione del testo poetico

Giusti dei che sarà qual si nasconde
Oggi nella mia cetra
Genio maligno inutilmente io sudo
Già da lung’ora a temprarla invan le corde
Cangio vibro e rallento esse ritrose
Sempre alla man sempre all’orecchie infide
Rendono un suon che mi confonde e stride.
Ma dono vostro o Muse
Fu questa cetra ah se in un dì sì grande
Mi lasci in abbandono
Ripigliate io nol curo il vostro dono.

Quella cetra ah pur tu sei
Che addolcì gl’ affanni miei
Che d’ ogni alma a suo talento
D’ogni cor la via s’aprì.
Ah sei tu tu sei pur quella
Che nel sen della mia bella
Tante volte io mi rammento
La fierezza intenerì.

Di quanto o cetra ingrata
Debitrice mi sei per farti ognora
Più illustre più sonora a te d’intorno
I dì le notti impallidii me stesso
Posi in oblio per te fra le più care
Tenere cure mie tal luogo avesti
Che Nice istessa a ingelosir giungesti.
Ed oggi…o tradimento…ed oggi…oh dei
Nel bisogno più grande…ah vanno al suolo
Inutile stromento
Te calpesti l’armento
Te insulti ogni pastor sua fragil tela
Nel tuo sen polveroso Arcano ordisca
Né dell’onore antico
Orma restando in te folle che dico
Tutta la colpa è mia punisce il Cielo
Un temerario ardir. Perdono Augusta
Errai mi pento io tacerò. Soggetto
Sia questo dì felice
A più degno cantor sarà più saggio
In avvenir chi nel cimento apprese
Col tuo valor a misurar l’imprese.

Non vada un picciol legno
A contrastar col vento
A provocar lo sdegno
D’un procelloso mar.
Sia nobil suo cimento
L’andar de’ salsi umori
Ai muti abitatori
La pace a disturbar.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-PAc - Parma - Biblioteca Palatina, sezione musicale
fondo Maria Luisa Borbone
collocazione Borb.73.5.1

Scheda a cura di Raffaella Barbetti
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