Scheda n. 9537

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1640 e il 1660

Titolo

Era la notte

Presentazione

Partitura

Legami a persone

Fa parte di

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

P. 147-158

Filigrana

Non rilevata

Note

Concorda con GB-Lbl Harley 1266 e I-MAC MSS.MUS.113.43(1). Cfr. anche scheda n. 1527.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Era la notte el sonno
2.1: (aria cavata, c3/2)
Ch’hai pianto o dio hai sospirato assai
3.1: (aria, la minore, c)
Ti fui crudele è vero
4.1: (recitativo-arioso, c)
Volea più dir ma il sonno
5.1: (aria, la minore, c3/2)
Amor che vuoi da me
6.1: (recitativo-arioso, c)
Ah conosco ma tardi

Trascrizione del testo poetico

Era la notte el sonno
Già con l’ali scotea dolce quiete
E un infelice amante
Cui severa beltade
Fea nell’alma portar dure catene
Dormia perché dormiano le sue pene.
Quando in sogno gl’apparve
Tutta in vista amorosa
Colei che detto mai mirò pietosa
Frena il pianto, dicea, frena i sospiri
O bell’idolo mio
E disgombra dal seno
Queruli accenti e dolorosi lai

Ch’hai pianto o dio hai sospirato assai.

Ti fui crudele è vero
Hor riveste il mio sen men dure tempre
E brama l’alma d’adorarti sempre.

Volea più dir ma il sonno
Perché vidde i rai del dì disparì
E il meschin che si destò
S’accertò ch’esser quei finti contenti
E che restavan seco i suoi tormenti.

Onde certo di penare
Questi accenti di dolore
Trasse con un sospir dall’egro core.

Amor che vuoi da me
Che quando il cor penoso
Prende breve riposo
Tu mi lusinghi ohimè
Amor che vuoi da me
Deh lasciami morire
Perché finto gioire
Non è giusta mercede alla mia fè
Amor che vuoi da me.

Ah conosco ma tardi
Che gioie non sa dar se non mentite
O voi ch’amate udite udite
Se tal’hora in amor gioir credete
Sognate sventurati e desti sete.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-GR - Grottaferrata - Biblioteca Statale del Monumento Nazionale di Grottaferrata
collocazione Crypt. it. 3.18

Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni
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