Scheda n. 9425

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1688

Titolo

Del sig. Gio. del Violone
Il Germanico

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Lulier, Giovanni Lorenzo (c1662-1700)
autore del testo per musica: Pamphilj, Benedetto (1653-1730; cardinale)

Fa parte di

Cantate (n. 9423/2)

Redazione

Roma : copia, 1690

Descrizione fisica

P. 33-74

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Pelliccia 2012: n. 27, p. 141; fonte non indicata

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
S, Già di trionfi onusto
2.1: (arioso, 3/4)
Si querela così bella vendetta
3.1: (aria, mi minore, c)
S, Fidi amici è poco vanto - Se gli dei non siano in ira - Fidi amici è poco vanto
4.1: (recitativo, c)
S, Dunque nel fior degl'anni
5.1: (aria strofica, si minore, c)
S, Sola tu non vendicarmi - Il nemico è assiso in trono
6.1: (recitativo, c)
S, Misto d'ira e di pianto

Trascrizione del testo poetico

Il Germanico

Già di trionfi onusto
Germanico posava all’Istro in riva
E fu all’hor che s’udiva
Per la morte d’Augusto
Del suo primo signor vedova Roma
Le falangi latine
Di Germanico il crine
Dell’honor che languia cinger tentaro.
Ei scotè dalla chioma
Il destinato serto,
Ma nella patria giunto
Fu sua pena il valor, delitto il merto.
Sedea Tiberio in trono, e come raro
Vizio e virtù stanno congiunti insieme
A sedar d’Oriente i nuovi moti
Repente il destinaro
O cieca invidia o gelosia d’Impero.
Poi dell’Armenia vinta
Le abbattute corone
Per opra di Pisone ebbero in sorte
Strazij, inganni, veleno, oltraggi e morte
Ma di veleno infetta
La lingua di Germanico non cede
E d’ingiusta mercede

Si querela così bella vendetta:

« Fidi amici è poco vanto
Il bagnar d’inutil pianto
Le mie ceneri gelate.
Se gli dei non siano in ira
Al furor ch’al cor v’ispira
Il tenor della mia sorte
La mia morte vendicate.

Dunque nel fior degli anni
Ai parenti, alla Patria, ai figlio tolto
Sarà co’ la mia spoglia il duol sepolto?
Dite al padre, al germano,
Colmo di quali insidie
Di quai strazij ripieno
In braccio dei nemici i giorni io chiuda.
In questa spoglia ignuda
Palesate con fuoco
L’opra di quel veleno
Tanto crudele più quanto celato.
Risvegliate il Senato,
Invocate le Leggi,
Alla mia cara Patria
La vedova Agrippina alfin trahete,
E vedrete il mio fato
Nel nemico abbattuto
O privo di perdono o non creduto.
Se più di me che di mia sorte aveste
Cura, famosi eroi, a voi s’aspetta
L’honor della vendetta.

Sola tu non vendicarmi
Amatissima consorte:
De’ miei fidi bastan l’armi
Per ristoro alla mia morte

Il nemico è assiso in trono
Fa più miti i tuoi consigli:
Se non puoi dare un perdono
Dona pace ai nostri figli

Misto d’ira, e di pianto, un suon confuso
Udissi in quell’istante, e ogni sua voce
Fu nel cor de’ suoi fidi una saetta.
Vinse al fin la vendetta e a un punto solo
Mille voci s’udir: “Non fia deluso
Di Germanico il Fato.” Indi i suoi duci,
Presa la destra al capitan, che langue,
Giurar sul proprio sangue
Di vendicar l’offesa. Egli confuse
Rese l’ultime voci,
E in braccio della morte i lumi chiuse.

Risorse online

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

F-Pn - Paris - Bibliothèque Nationale de France
fondo département Musique
collocazione RES VMF MS-45.2

Scheda a cura di Chiara Pelliccia
Ultima modifica: