Scheda n. 696

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1640-1660

Titolo

Piangete aure piangete; del d.o

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Carissimi, Giacomo (1605-1674)

Fa parte di

[Cantate] (n. 568/24)

Redazione

[Roma : copia, 1640-1660]

Descrizione fisica

1 partitura (8 c., num. 149-156v)

Filigrana

Non rilevata

Note

La forma musicale presenta un recitativo arioso inframezzato dal refrain corrispondente al verso ’Paingete aure piangete’, senza soluzione di continuità.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Descrizione analitica

1.1: (recitativo-arioso, sol minore, c)
Piangete aure piangete
@c 4-'AFD/bB8GB4FE/D8-''D4C'A/''F8DF4C'B/2A4-

Trascrizione del testo poetico

Piangete aure piangete
Ho perduto il mio bene
Ho perduto il mio core
Cinto del suo splendore
Della sua luce adorno
Da queste piagge amene
E’ sparito quel sole
Ch’à le tenebre mie portava giorno
O dura sorte o Dio
E’ partito il cor mio
E’ sparita colei
Ch’era sol del mio sen dolce quiete
Piangete aure piangete
Lagrimose d’intorno
Sciogliete il vostro volo
E pietose su l’ali
De miei caldi sospiri
voi portate il mio duolo
Il mio affanno i martiri
E dove dorme amore
Desti almeno pietade il mio dolore
Misero ma che chieggio
Ahi che troppo vaneggio
Lungi da la mia vita
Aura dolce di speme
Non mi lusinghi più
Ne le miserie estreme
Più non spero al mio male ore tranquille
E liete piangete aure piangete.

Verdi boschi frondosi
Delle mie gioie
Un tempo amoroso teatro
Qual nero manto e d’atro
Vostre glorie nasconde
E di mia pena
Fatti misera scena
Qual di stella crudel luce tiranna
A penar mi condanna
Già di vostr’erbe in seno
Viddi la cara e bella
Sospirata mia vita
Che de’ begl’occhi a’i lampi
Con sembiante sereno
Quasi lucido sole
Fece intorno spuntar rose e viole
Or tetro, e fosco
È fatto il bosco
E dov’io giro
Delle sventure mie sempre sospiro.

Fermate ohimè fermate
Non m’affligete più
Crude stelle spietate
Più di la su non piovano
Strali che movano
Fiera guerra a chi si more
D’un infelice e gran tormento amore-
No no non tocca a voi
Di trafigger un seno
Che ferito vien meno
In braccio a’i dolor suoi
No no non tocca a voi
Lasciate pur lasciate
Ch’al mio dolor in preda
Privo d’ogni pietade
Altri morir mi veda
Tanto chieggio e non più stelle spietate
Fermate ohimè fermate.

Nel mio martire
Uccidetemi pure
Pene affanni sciagure
Chi vede partire
La sua vita e non si more
Ama poco o non ha core.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rsc - Roma - Biblioteca del Conservatorio "S. Cecilia"
collocazione G Ms 885.24

Scheda a cura di Tiziana Affortunato
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