Scheda n. 695

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1640-1660

Titolo

Giurai d’amarti è vero; del sig.r Jacomo Caris.mi

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Carissimi, Giacomo (1605-1674)
autore del testo per musica: Benigni, Domenico (1596-1653)

Fa parte di

[Cantate] (n. 568/23)

Redazione

[Roma : copia, 1640-1660]

Descrizione fisica

1 partitura (8 c., num. 141-148v)

Filigrana

Non rilevata

Note

Frequenti e repentini cambi stilistici non segnalati con stacchi grafici; il tempo C 6/4 introduce il verso ‘Vanne pur misero amante’. Attribuzione del poeta non segnalata sulla fonte.

Titolo uniforme

Giurai d'amarti è vero. Cantata, Disperato amante

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo-arioso, c)
S, Giurai d'amarti è vero
@c 8-'A''DE4F8D6-F/8.D6xC4D2-/4-'8AA4D8D'A/4BB-

Trascrizione del testo poetico

Giurai d’amarti è vero
Su l’altar del tuo core
Quasi nume immortal sacrai me stesso
Fu il sacerdote amore
La gelosia il ministro
Vittima la mia fè foco il pensiero
Giurai d’amarti è vero
Giurai nè giurai solo
Tu giurasti o spergiura
Ma che il tuo giuramento
Quasi piuma leggier sen porta il vento
Pur se un giorno punisse irato il cielo
Chi stolto sopra sè l’ira sua chiama
O quale strazio o quale
Vedrei di te ch’or sì superba sei
Allor de strazi miei
Forse pietà ti scalderebbe il seno
Ma folle son se in te pietade io spero
Giurai d’amarti è vero
Ambo la fè rompemmo
Tu dell’amor io di servirti più
Così godrem contenti
Ch’amante or il mio cor non è già fu
Lo sdegno vincitore
Narri i trionfi suoi erga i trofei
Destin le trombe e suoni in fieri carmi
All’armi all’armi
Passeggi armato il campo
E con ciglio crudel morte minacci
Frema percuota il suolo e d’ira avvampi
Faccia arringa il mio petto
Ivi il nemico attenda
E di fare se può si provi ardito
Con un picciol fanciul battaglia orrenda
Ma che già trema il core
All’apparire dell’adorato nume
Quasi farfalla al lume
M’aggiro intorno
E quanto più’l percuoto
Più brucio l’ali
E più mi resto immoto
Pria di combatter cedo
Quest’ira che sì pronta in me si mostra
Son lusinghe che prghe al core infermo
Sdegno, e la speranza
Ch’ha un amante infelice
Poi che nel suo penar non ha costanza
Altro alfin che morir nulla gl’avanza
Son questi sdegni miei lampi di lume
Che vacilla e manca
E una forza stanca
Ch’esce da debolezza e non d’ardire
E salute d’un uom presso a morire.

Vanne pur misero amante
Vanne pur dove la sorte
Ti conduce ad empia morte
Per un idolo incostante.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rsc - Roma - Biblioteca del Conservatorio "S. Cecilia"
collocazione G Ms 885.23

Scheda a cura di Tiziana Affortunato
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