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Redazione
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Filigrana
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Titolo uniforme
Organico
Descrizione analitica
Già co suoi raggi il sole
O bella ingrata mia ninf'incostante
Sei tanto leggiadretta e vagha sei
Sei tanto leggiadretta e vagha sei
Misero ma che parlo
Pure tacete
Perché vogl'io
E se ti piace
Qual fiera tigre ohimè t'ha consigliato
Chi fierezza t'insegnò
Mentre tanto bella sei
Non consentir no no ch'un fid'amante
Non mirar a questi panni
Così disse il pastore
Trascrizione del testo poetico
Già co suoi raggi il sole
Infocava la terra
Ed era appunto del suo corso immergo
Quando un pastore amato
Di vagha pastorella
Non potendo col pianto
Dar rimedio al suo ardore
Volle sfogare col pianto
Il grave suo ardore
E prese le zampognie
L’incendio del suo cor così sfogò:
O bella ingrata mia ninf’incostante
Perché voi far morir un fid’amante.
Sei tanto leggiadretta e vagha sei
Perché pietate niegh’a gli’ardor miei
Sei ricca di bellezza e leggiadria
E povera sei tu di cortesia.
Misero ma che parlo
Folle con chi ragiono
Cont’ai sassi il mio danno
Sparg’al vento le voci e non m’avegio
Ch’il tempo passa et io ricorr’al peggio
Fato mio querelarmi
A ragion di te poss’io
Lasso ma qual splendore
Insolito vegg’io
Illuminar le selve
Questa, quest’è la bella
Cagion del ardor mio
Vedi come vezzoso
Muove fortivo il piè com’il pensiero.
Pure tacete
Silenzio o venti
Deh non rompete
il parlar mio.
Vaghi ruscelli
limpidi e belli
Frenat’alquanto
il mormorio.
Perché vogl’io
A la mia bella
Cantar a pieno
il dolor mio.
Ninfa gentile
Deh ferma il piede
Ascolta un poco
gl’accenti miei.
E se ti piace
Udir querele
Colme di pianto
Odi il mio canto
Che in brevi accenti
Dir ti voglio
L’incendio immenso
del petto mio.
Qual fiera tigre ohimè t’ha consigliato
Chi t’ama far morir da disperato.
Chi fierezza t’insegnò
Chi così ti consigliò
Far morir tra doglia e pianto
Un pastor che t’ama tanto.
Mentre tanto bella sei
Perché sprezzi gl’ardor miei
Ove sta tanta bellezza
Non sta ben tanta fierezza.
Non consentir no no ch’un fid’amante
Si mora per amor troppo costante.
Non mirar a questi panni
Vita mia che ben t’inganni
Che tal hor in panno vile
Poi s’alberga un cor gentile.
Così disse il pastore
E la sua pastorella vezzosa lo sentì
La mirò di buon guardo e poi fuggì.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione 67801.40
Scheda a cura di Alberto Annarilli