Scheda n. 9113

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1845-1890

Titolo

IX. /Sogno

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Stradella, Alessandro (1639-1682)

Fa parte di

Cantate (n. 8739/9)

Redazione

[Venezia? : copia, 1845-1890]

Descrizione fisica

P. 108-125

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Non disserrate ancora. Cantata, Sogno

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Non disserrate ancora
2.1: (aria, c)
Dormi o caro e le tranquille
3.1: (recitativo, c)
Su l’ali della fede
4.1: (aria, 3/2)
Mia vita mio ben
5.1: (recitativo, c)
Volea più dire all’or che d’improvviso
6.1: (aria, 3/4)
Empio Amor quanto di raro
6.2: (aria, 3/4)
Quando credo esser beato
7.1: (recitativo, c)
Dunque non creder più cieco mortale
8.1: (aria cavata, 3/2)
Han maschera di riso e son tormenti.

Trascrizione del testo poetico

Non disserrate ancora
Avea le porte d’oro
Al bambino la più lucida aurora
Quando sepolto in un profondo oblio
La mia Lidia lontana
Fu in un punto presente al mio desio
Un sonno lusinghiero
Bruno Pittor d’immaginate idee
Pinse del volto suo la bella imago
Ed i vani contenti
Riempì l’alma mia con tali accenti.

Dormi o caro e le tranquille
Tue pupille
Apri sol di Febo ai rai
Né fia mai
Che di notte à i foschi voli
Fiammeggianti escan due soli
Posa pur ch’il cieco nume
Tra le piume
Addormenta ogni dolore
Né il mio core
Trovò mai maggior ristoro
Che vegliando al suo dolore.

Su l’ali della fede
Ch’eterno ti giurai
Da peregrino ciel qui mi portai
Or per giusta mercede entro quest’ombre
Oh quanto volentieri
Adorato mio Sol ti stringerei.

Mia vita mio ben
Gradita mia pace
Che dentro alle nevi
Del puro tuo sen
S’estingua la face
Di quest’alma mia
Concesso mi sia
Che se bene per te mi struggo e moro
Bacio il dardo crudele e l’arco adoro.

Volea più dire all’or che d’improvviso
Disserrate le luci
Ai rai del dì nascente
Mirai Lidia sognando e strinsi il vento.

Empio Amor quanto di raro
Fai godere a tuoi seguaci
I contenti non fallaci
Et un dolce non amaro.

Quando credo esser beato
Fra due candide mammelle
Reso son da crude stelle
Nuovo Tantalo assetato.

Dunque non creder più cieco mortale
D’un falso Nume a lusinghieri inviti
Che i suoi piacer graditi
Altro alfine non son ch’un sogno un’ombra
Ed i suoi godimenti

Han maschera di riso e son tormenti.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

B-Bc - Bruxelles - Conservatoire Royal, Bibliothèque
collocazione Ms 688.9

Scheda a cura di Monica Delle Fratte
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