Scheda n. 8779

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo per musica a stampa

Data

Data certa, 1688

Titolo

Predica del sole ai mortali. Io sono il sole, universal tesoro

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Lotti, Giovanni

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

Parte prima, pp. 40-42

Filigrana

Non rilevata

Note

Il testo è messo in musica con versi iniziali aggiuntivi (incipit: Ergi la mente al sole) in una cantata per 2 Soprani, Contralto, Tenore, Basso e basso continuo attribuita a Marco Marazzoli (cfr. Bibliografia)

Titolo uniforme

Io sono il sole universal tesoro. Forma non specificata, Predica del sole ai mortali

Repertori bibliografici

Bibliografia

Trascrizione del testo poetico

Io sono il sole, universal tesoro
De la terra e del cielo;
Che possessore immenso
M’arricchisco allor più, che più dispenso.

Son anima del mondo,
Operosa nel centro e nelle sfere,
Che quelle d’astri e questo d’or fecondo;
Son anima del mondo.

Quante frondi han le piante,
Son lingue numerose
Che mi rendon gl’applausi in note ascose.

Adorator non lento
Destati a darmi in sul mattin tributo
L’augel col canto e col susurro il vento;

Et emulando a gara
Quei canori idolatri,
Tributando mi van sui primi albori
L’erbe di brine e di fragranze i fiori;

E quanto io scopro intorno
Co la lampa del giorno,
Tutto, o con noto o tacito linguaggio
Al mio ciglio vital paga l’omaggio.

Aria a 2 voci:
Tu sereni i giorni nostri
O di rai fonte infinita;
Gl’alimenti della vita
Tu li formi e tu li mostri.

Senza te prigione oscura
Fora a noi sì vago il suolo
Et in tenebre di duolo
Piangerebbe ogn’or natura.

Sole:
Ma sentite mrotali;
Quel luminoso fasto,
Che l’universo ad adorarmi astringe,
È un nembo, un fumo, un’ombra,
Al paragon di lui che in suon possente
Svegliommi ad imperar, figlio del niente.

O se con un sol guardo
Delibar voi potesse una favilla
Di quel lume inesausto, ov’ei si cela,
Ah, ben vedreste, ch’io
A fronte di quel grande,
Son un mostro d’orror, larva d’oblio.

Aria dell’istesso:
Io mi glorio e mi contento
D’esser base e pavimento,
Non ch’a lui,
Alli pie’ de’ servi sui,
E superbo in ciò divento;
Me ne glorio e mi contento;
Poiché di me più luminosa fassi
Un’orma, che m’imprima angel che passi.

Una voce:
Per giunger sicura
Bellezza terrena
A tanta ventura,
Com’inoltrar potrassi al gran camino?

Sole:
Sol coi passi Armellino

Altro:
Come mai

Sopr.:
A regnar sovr’i tuo’ rai
Volerà,
Chi nel fango immerso sta?
Con qual piuma possente?

Sole a tutte voci:
Di colomba innocente
Si si
Si corra, si voli
La terra s’abborra,
Si traccino i poli,
Là fermi là soli,
Sian nostri pensieri;
Nè dubbi sentieri
Virtù ne consoli;
Sì sì,
Si corra, si voli.
Poiché sovente
Per terminar con esito ridente
Questa dal suolo, al ciel via così vasta,
Di verace virtude un passo basta.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rn - Roma - Biblioteca Nazionale Centrale
collocazione 204.3.B.12.38

Scheda a cura di Nadia Amendola
Ultima modifica: