Scheda n. 8760

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1641-1660

Titolo

AMORE Ortolano / Imbizzarito Amore

Presentazione

Partitura

Legami a persone

Fa parte di

Arie e cantate (n. 8731/24)

Pubblicazione

[Roma? : copia, 1641-1660]

Descrizione fisica

C. 155-164v

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Imbizzarito Amore. Cantata, Amore ortolano

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Rostirolla 2003: pp. 721-722

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Imbizzarrito Amore
2.1: (aria, c)
Chi comprar vuol l’insalata
3.1: (recitativo-arioso, c)
Alcun non v’è che chiami
4.1: (aria, 3)
Su, su, su, rompete ogni iattanza
5.1: (recitativo, c)
Se amante alcun possiede
6.1: (aria, c)
Il figliolo di Ciprigna
7.1: (recitativo-arioso, c)
Se di Donna leale
8.1: (aria, 3)
Questa è un’herba ch’avvelena
9.1: (recitativo, c)
Odoroso monile
10.1: (aria, c)
Horsù amatori addio!

Trascrizione del testo poetico

Imbizzarrito Amore,
Stanco di lunghi pianti
Nel giardin d’Amatonta un giorno scese
Ivi tant’herbe prese,
Quante a’ capricci suoi scorse opportune.
Quindi, a due vaghe ceste,
Che mano industriosa all’hor compose
Il seno empio di queste,
Parto d’un bello april, merci odorose.
Cinto poi vili spoglie,
Nello spirar di Florida giornata,
Deliberò di vender l’insalata,
E con questi amorosi, e rozzi accenti
Da per tutto affacciar facea le genti.

Chi comprar vuol l’insalata
Amatori, Amor la vende;
Chi non compra non intende
Quanto sia gustosa, e grata.

Alcun non v’è che chiami
L’Amore ortolano.
Com’esser puote mai che core humano
Anco l’herbe in Amor folle non brami?
Miracoli inauditi,
I fioretti d’Amor non son graditi.

Timor forse affrena
Anime innamorate
Saper che l’insalate
Son buon principio di cattiva cena.
No, no, no, un core tutto ardisca,
Non v’è legge in Amor che non fallisca.

Su, su, su, rompete ogni iattanza,
E porgetemi denari,
Ch’hoggi fia ch’ognuno impari
Da Cupido l’abbondanza
Alla bella mesticanza.

Se amante alcun possiede
Fastosetta bellezza,
Che superba disprezza,
Per poco o nulla ogni promessa fede
Habbia questi miei detti alla memoria:
Non compri mai cicoria.

Il figliolo di Ciprigna
Non vuol vender a chi noce
Su, su, corra ognun veloce,
Qui non giace herba maligna,
Mesticanza, mesticanza di vigna.

Se di Donna leale,
Che mostra ad ogni detto aperto il core,
Altro chiude nel sen cocente ardore
Fra quanti fia ch’Amor herbe coltivi,
E la mintuccia schivi.

Questa è un’herba ch’avvelena
Ben ch’ancor tal volta giova,
Sà di voi talun per prova
Quanto tossico ella mena.
Amatori, e là chi cena?

Odoroso monile
Ho meco ancor di leggiadretti fiori,
Ma si sà ch’agli amanti è merce vile
D’un Agosto all’ardor premio d’Aprile.
Mostra chi così parla
D’esser poco in Amor, o nulla instructo;
Allo spuntar del fior non tarda il frutto.

Horsù amatori addio!
Con quest’ ultimo avviso io v’abbandono;
L’insalate che manda l’orto mio
Quanto hanno sale più dolci sono.
Credete ai detti miei, che son fatali,
L’insalate d’Amor voglion gran sale.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rv - Roma - Biblioteca Vallicelliana
collocazione Mss 2565.24

Scheda a cura di Federica Zaccari
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