Scheda n. 8752

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1650-1692

Titolo

La MAGA per Amore / A.L. [Era la notte]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Liberati, Antimo (1617-1692)

Fa parte di

Arie e cantate (n. 8731/16)

Pubblicazione

[Roma? : copia, 1660-1692]

Descrizione fisica

C. 89-99v

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Era la notte e l’orme
2.1: (recitativo, c)
In fra’ quest’ombra amica
3.1: (arioso, c)
Perché l’amar non vale
4.1: (recitativo, c)
Girarò questo piede
5.1: (arioso, c)
Poiché il crudel non m’ode
6.1: (arioso, c)
Io vuò magici modi
7.1: Adagio(aria, 3)
Mago circolo
8.1: (recitativo, c)
In quest’atra caverna
9.1: Adagio(aria, 3)
Forse così questa beltà schernita

Trascrizione del testo poetico

Era la notte e l’orme
A le prede d’Amor chete movea
Turba di Citerea
Turba che mai non dorme
Perché nell’aria bruna
Scintillar non vedea
Sotto povero ciel luce di luna.

In fra’ quest’ombra amica
Movea Filli le piante
Implacabil nemica
D’amator non curante
E rassembrava al moto, a la favilla.
Agitando la face
D’uno sdegno tenace
Dell’Inferno d’Amor furia novella.

Perché l’amar non vale
Dicea colma di rabbia
A meritar d’un traditor la fede.
Perché senza mercede
Lascia l’iniquo l’amor mio leale.

Girarò questo piede,
Aprirò queste labra,
Scoppiarò dall’interno
Di vietati scongiuri arte fatale,
Potente a convocar nume d’Autunno.
Nume che vendichi
L’ira di lui
Nume che l’agiti
Ne Regni bui,
Nume che fulmini
L’empio mal nato,
Ond’io tradita fui.

Poiché il crudel non m’ode
Poiché non prezza il pianto
A’ le frode, à l’onte, à l’incanto
E chi non mosse il ciel mova Acheronte

Io vuò magici modi
Tentar profane note
Herbe diverse e nodi
Ciò ch’arrestar può le celesti ruote.

Mago circolo,
Onde gelide
Pesci varii?
Acque chimiche
Neri balsami
Miste polveri
Pietre mistiche
Serpi e nottole
Sangui putridi
Molli viscere
Secche mumie
Ossa e vermini
Suffomigij
Ch’anneriscano
Voci horribili
Che spaventino
Linfe torbide
Ch’avvelenino
Stille fetide
Che corrompino
Ch’offuschino
Che gelino
Che guastino
Ch’ancidono
Che vincano
L’onde stigie.

In quest’atra caverna
Ove non giunse mai raggio di sole
Da le Tartaree scuole
Trarrò la turba Inferna
Farò ch’un’nero spirto
Arda un cipresso, un mirto
E mentre a poco a poco
Vi struggerò l’imagin sua di cera
Farò ch’a’ignoto foco
Sua viva imago pera
E mentre arde la finta arda la vera.

Forse così questa beltà schernita
Con magica possanza
Estinguerà per me l’empio ch’a vita
Ravvivarà per me morta speranza.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rv - Roma - Biblioteca Vallicelliana
collocazione Mss 2565.16

Scheda a cura di Federica Zaccari
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