Tipo record
Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Fa parte di
Pubblicazione
Filigrana
Titolo uniforme
Trascrizione del testo poetico
Privatio generat appetitum
Canzonetta prima
Fa bel dir, che l’aurea età
Fu sì bella or che ci è tolta.
Così fa la gente stolta:
Loda più quel, che non ha.
Qual finora il Mondo fu,
Sempre ancora egli sarà;
Ma perché crescon le bocche,
Né l’entrate crescon più,
Dicon poi le genti sciocche,
Che di mal in peggio va.
Fa bel dir che l’aurea età c.
Finchè fur pochi al Mondo, ebbero ancora
Di che pascer sue brame,
Senza saper, che cosa fosse Fame;
senza strapparsi ognora
di man la preda, ed il boccon di bocca.
Ma poiché più non fiocca
L’esca lor su i denti,
da che crebbe lo stuolo
De’ miseri viventi, e non il suolo;
la Carestia ne venne; onde in poc’anni
Nacquero a i nostri danni
Fame, Avarizia, Invidia, e Gelosia.
Dentro a ricca ampia dispensa
Cani, e gatti ancor s’accordano.
Molte bocche a scarsa mensa,
Non può star, che non si mordano.
Dentro a ricca ampia dispensa c.
Mal si conosce ove la sorte arride
Del senso umano il naturale istinto.
Dalle delizie vinto
Perde ogni Gusto, e ‘l suo piacer l’uccide.
Meglio s’intende ove più quello incline,
Quando lungi dal fine
Se’l figura sì vago, e sì venusto,
Che dal disìo, che n’ha,
Misura già di possederlo il Gusto.
Sciapito esser ben può
Quel cibo, ch’entra in bocca,
digiuno a chi l’abbocca,
E saporito.
Che piace, allo sfamato,
del cibo il fal più grato
È l’appetito.
Sciapito esser ben può c.
La scarsità che die’ alle cose il pregio,
Die’ l’appetito ai sensi,
Quanto digiuni più, tanto più intensi.
Render non può ragione
Di qual sapore il suo piacer riesca,
Chi n’ha già sazio il seno.
Dar saggio de i piaceri è privilegio
Della privazione. A ventre pieno
Non si può dar dell’esca
Giudizio intero, e giusto.
La FAME fu, che die’ al palato il GUSTO.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione VOL. MISC. 177 1.1
Scheda a cura di Chiara Pelliccia