Scheda n. 555

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1650-1670

Titolo

Ride ognun ch’io donna sceglia

Presentazione

Partitura

Fa parte di

Redazione

[S.l. : copia, 1650-1670]

Descrizione fisica

C. 32v-38v ; 90x220 mm

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Descrizione analitica

1.1: (aria, do minore, c)
Ride ognun ch'io donna sceglia
1.2: (aria, do minore, c)
Strano par ch'io mi compiaccia
2.1: (aria cavata, 3)
Però questa mia non è pazzia
2.2: (aria cavata, 3)
Il fin veggio in lei de giorni miei.
3.1: (aria, do minore, c)
Amorosa contritione
3.2: (aria, do minore, 3)
Su quel volto macilento
4.1: (arioso, c)
Quietatevi pensieri io vo dormire
5.1: (recitativo, c)
Stanco già l'universo
6.1: (arioso, c)
Tacete tacete
7.1: (recitativo, c)
E mentre ad altro ohimè
8.1: (aria cavata, 3/2)
Tant’è ch’io vegli al fin tanto ch’io sogni

Trascrizione del testo poetico

Ride ognun ch’io donna sceglia
Secca sì fra le più belle
Che mentr’ha sol ossa e pelle
Sia per darmi ogn’hor la veglia.

Però questa mia non è pazzia.

Strano par ch’io mi compiaccia
D’una viva anatomia
E che chiami vita mia
Chi la morte ha su la faccia.

Il fin veggio in lei de giorni miei.

Amorosa contritione
Tolti i lussi d’un cappone
All’aringhe ancor s’humilia
Vuol amore la sua vigilia.

Su quel volto macilento
Mi si predica il momento
V’è la cenere medesima
Vuol amor la sua quaresima.

[Quietatevi........]
.......tarmi ancor voi
Una pena infinita
Un eterno martire
Quietatevi pensier
Io vò dormire.

Stanco già l’universo
Dalle diurne cure
In braccio all’ombre oscure
Riposa in pace in dolce oblio sommerso
Hor voi che pretendete
Perfidi pensier miei
Come notturni augei turbar la pace
E la commun quiete
Si però dalle piume
Dove mi posi al fin per riposare
Voi con folle costume
Imparate [….]
[….]

Tacete e fin tanto
che siano i miei sensi
Con placido incanto
Dal sonno sopiti
A nulla si pensi
Che poscia potrete
Di sogni vestiti
Dir quel che volete.

E mentre ad altro ohimè buoni non sete
Ch’à far sempre più strani
E de vostri deliri io mi vergogni
Per voi pensier miei vani

Tant’è ch’io vegli al fin tanto ch’io sogni.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Ria - Roma - Biblioteca di Archeologia e Storia dell'Arte
collocazione Ms 1.8

Scheda a cura di Alessia Silvaggi
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