Scheda n. 7994

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1640 e il 1660

Titolo

Piangete, aure, piangete

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Carissimi, Giacomo (1605-1674)
autore del testo per musica: Benigni, Domenico (1596-1653)

Redazione

Copia

Descrizione fisica

C. 27r-32v - Iniziale ornata

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Rose 1965: p.198, n. 127

Descrizione analitica

1.1: (arioso, re minore, c/)
Piangete aure piangete
2.1: (recitativo-arioso, re minore, c/)
Cinto del suo splendore
3.1: (recitativo-arioso, re minore, c/)
Lacrimose d’intorno
4.1: (recitativo, re minore, c/)
Verdi boschi frondosi
5.1: (aria, re minore, 3)
Fermate ohimè
6.1: (recitativo, re minore, c/)
Ho no non tocca a voi
7.1: (recitativo, re minore, c/)
Lasciate pur

Trascrizione del testo poetico

Piangete aure piangete,
Ho perduto il mio bene,
Ho perduto il mio core.

Cinto del suo splendore
De la sua luce adorno
Da queste piagge amene,
È sparito quel sole
Ch’a le tenebre mie portava il giorno.
O dura sorte o Dio
È partito il cor mio,
È partita colei
Ch’era sol del mio sen dolce quiete.
Piangete aure piangete.

Lacrimose d’intorno
Sciogliete il vostro volo
E pietose su l’ali
De’ miei caldi sospiri
Voi portate il mio duolo
Il mio affanno i martiri,
E dove dorme Amore
Desti almeno pietade il mio dolore.

Misero ma che chieggio
Ahi che troppo vaneggio
Lungi da la mia vita
Dura dolce di speme
Non mi lusinghi più
Né le miserie estreme
Più non spero al mio male
Hore tranquille, e liete.
Piangete aure piangete.

Verdi boschi frondosi
De le mie gioie un tempo
Amoroso teatro
Qual nero manto ed atro
Vostre glorie nasconde e di mia pena
Fatti misera scena
Qual di stella crudel luce
Tiranna à penar mi condanna.

Già di vostr’herbe
In seno viddi la cara,
E bella sospirata mia vita
Che de begl’occhi à i lampi
Con sembiante sereno
Quasi lucido sole
Fece intorno spuntar rose, e viole.

Hor tetro e fosco
È fatto il bosco
E dov’io giro
Delle sventure mie sempre sospiro.

Fermate ohimè fermate
Non m’affliggete più crude stelle,
Spietate fermate ohimè fermate.
Più di la su non piovano strali
Che muovono fiera guerra
À chi si more d’un infelice
E gran tormento Amore.

Ho no non tocca à voi
Di trafigger un seno
Che ferito vien meno
In braccio ai dolor suoi.
No non tocca à voi.

Lasciate pur lasciate
Ch’al mio dolor
In preda privo d’ogni pietade
Altri morir mi veda
Tanto chieggio
E non più stelle spietate
Fermate ohimè fermate
Nel mio martire
Uccidetemi pure pene
Affanni sciagure.

Chi vede partire
La sua vita e non si more
Ama poco o non si more.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

F-Pn - Paris - Bibliothèque Nationale de France
collocazione RES VM7-102-150.5

Scheda a cura di Sébastien Guillot-Genton
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