Tipo record
Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Legami a persone
Fa parte di
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
Titolo uniforme
Organico
Bibliografia
Descrizione analitica
Piangea un dì Fileno addolorato
Che mi val ch'adoro o Dio
Ah ch’il dubioso core
Vaga dea che vuoi bearmi
Ma che un bacio è poco per ismorzar
Ferma i vanni o mio pensiero
E chi troppo s’inalza ha sempre poi
Vil pensier che voi da me?
Fermatevi qui
Così tra speme e timore
Trascrizione del testo poetico
Piangea un dì Fileno addolatrato
Benché benigno fato
Lo sforzava ad amar pietosa Dea
E fra l’ombre più folte
D’una notte serena
Per sollievo alla pena
Ch’il tormento più volte
Immerso nei sospiri
Così all’aria sfogò i suoi martiri.
Che mi val ch’adoro o Dio
Sì leggiadra deità.
Se poi teme il cor ch’è mio,
Finga amarmi e poi chi sa.
Ah ch’il dubioso core
Senza pengo d’amor non crede amore.
Vaga dea che vuoi bearmi!
Dammi un bacio per pietà.
Se lo nieghi per tormentarmi
Dirò ben ch’è crudeltà.
Ma che un bacio è poco per ismorzar,
O ciel, un sì gran foco.
Ferma i vanni, o mio pensiero
che tropp’alto ergesti il volo.
Che ben spesso cade al suolo
Chi si mostra sì leggero.
E chi troppo s’inalza ha sempre poi
D’Icaro pronti i precipizi suoi.
Vil pensier che vuoi da me?
S’io languisco, s’io mi moro
La beltà che tanto adoro
Può negarmi un dì mercè.
Fermatevi qui
O dure mie pene
Ch’il caro mio bene
Può dirmi di sì.
Così tra speme e timore
Si librava il suo core
Quando pregò i mesti suoi sospiri
Narrassero alla bella i suoi martiri.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione 15153.56
Scheda a cura di Manuela dell’Olio e Giuseppe Migliore