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Legami a persone
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Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
Titolo uniforme
Organico
Descrizione analitica
Dell'offese a vendicarmi
Ma che giova al mio mal l'altro furore
A morir chi mi condanna
Se a vendicar l'offese
Recidasi o numi
Trascrizione del testo poetico
Dell’offese a vendicarmi
Chiamo all’armi chiamo all’armi,
Voi tiranni miei pensieri.
Esser miei più non pensate
Se non siete se non siete
Di giust’ira armati arcieri.
Ma che giova al mio mal l’altro furore
Della mente agitata
Da Tarquinio oltraggiata
Del più fido onor mio, l’antica luce
Estinguer sol potrà con pari sorte
L’ombra del disonor, l’ombra di morte
Sì! sì! Lucretia mora
Che se del viver mio l’onesta face
Paragone addita,
Ch’ha perduto l’onor, perda la vita.
A morir chi mi condanna
Con sì barbaro destino
Siete voi nemiche stelle.
Perché allor con cor tiranno
Non toglieste al Dio bambino
Gl’empi dardi e le facelle.
Se a vendicar l’offese
Questo ferro ch’io stringo
A svenar il crudel fiero non giunge.
Sveni quel sen, ond’ei prese diletto
Perché l’indegno oggetto,
Col sangue suo non toglie il mio rossore
Col sangue mio cancellerò l’errore
Padre sposo da voi
In quest’ultimo addio, chiedo ristoro
Troppo mi duol, ch’invendicata, io moro.
Recidasi o Numi
Per darmi riposo
Quel sen che tiranno
L’onor mi rubò.
Da voi si consumi,
Chi verso il mio sposo,
Con forza ed inganno
La fede oltraggiò.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione 15153.18
Scheda a cura di Manuela dell’Olio e Giuseppe Migliore