Scheda n. 7721

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1710-1740

Titolo

Cantata à voce sola / Del Sig.r Baron d’Astorga

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Astorga, Emanuele d’ (1680-1757)

Fa parte di

Cantate da camera (n. 7719/2)

Redazione

[Napoli : copia, 1710-1740]

Descrizione fisica

C. 7-12 [olim 147-152]

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Ladd 1982: n. 195, p. 315

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, la minore, c)
Tra solitarie balze
2.1: Largo(aria, la minore, c)
Piangi mesto ò vago rio
3.1: (aria, la minore, c)
Tirsi infido, chi mai ti fece il cor
4.1: (aria, re minore, 12/8)
È troppo a questo cor

Trascrizione del testo poetico

Tra solitarie balze,
Ove l’ombra dei faggi
Tempra d’estivo sole i rai cocenti,
Posando un dì Clorinda,
Sfogava all’aure sorde i suoi lamenti.
E mentre trascorrea tra selci un rio,
Accompagnava della Ninfa intanto,
Col mormorio dell’acque il mesto pianto.
Onde rivolta a lui Clorinda bella,
Gl’espresse i suoi martiri in tal favella.

Piangi mesto ò vago rio
La sventura del mio cor.
Accompagna il dolor mio,
Che a pietà ti move ogn’or.

Tirsi infido, chi mai ti fece il cor
Di sì crudeli tempre?
Se Ninfa che t’adora
Godi crudel di veder pianger sempre.
Ah se un giorno ti piacque,
Ch’io ti seguissi amante,
Perché barbaro tanto,
Lungi dagl’occhi miei porti le piante?
Torna, torna mio bene,
Che un giorno al fin m’uccideran le pene.

È troppo a questo cor,
O sorte il tuo rigor fors’è ch’io spiri.
Che senza mai gioir
Non posso oh Dio soffrir tanti martiri,

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.4.24 (olim Cantate 102).2

Scheda a cura di Emiliano Giannetti
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