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Legami a persone
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Redazione
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Descrizione analitica
Tra solitarie balze
Piangi mesto ò vago rio
Tirsi infido, chi mai ti fece il cor
È troppo a questo cor
Trascrizione del testo poetico
Tra solitarie balze,
Ove l’ombra dei faggi
Tempra d’estivo sole i rai cocenti,
Posando un dì Clorinda,
Sfogava all’aure sorde i suoi lamenti.
E mentre trascorrea tra selci un rio,
Accompagnava della Ninfa intanto,
Col mormorio dell’acque il mesto pianto.
Onde rivolta a lui Clorinda bella,
Gl’espresse i suoi martiri in tal favella.
Piangi mesto ò vago rio
La sventura del mio cor.
Accompagna il dolor mio,
Che a pietà ti move ogn’or.
Tirsi infido, chi mai ti fece il cor
Di sì crudeli tempre?
Se Ninfa che t’adora
Godi crudel di veder pianger sempre.
Ah se un giorno ti piacque,
Ch’io ti seguissi amante,
Perché barbaro tanto,
Lungi dagl’occhi miei porti le piante?
Torna, torna mio bene,
Che un giorno al fin m’uccideran le pene.
È troppo a questo cor,
O sorte il tuo rigor fors’è ch’io spiri.
Che senza mai gioir
Non posso oh Dio soffrir tanti martiri,
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione 33.4.24 (olim Cantate 102).2
Scheda a cura di Emiliano Giannetti