Scheda n. 7673

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo per musica a stampa

Data

Data certa, 1667

Titolo

Ercole in bivio

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Benigni, Domenico (1596-1653)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

Parte terza, pp. 62-65

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Di beltà guancia fiorita. Forma non specificata, Ercole in bivio

Bibliografia

Trascrizione del testo poetico

a tre:
Di beltà guancia fiorita,
Dolce sguardo lusinghiero
S’ai diletti un core invita,
Se lusinga uman pensiero;
Ne’ piacer toglie la vita.
Si si, così è.
Sembiante, che piace
È lampo fugace,
Che l’anime inganna:
La bellezza in un cor sempre è tiranna.

Tenore solo:
Di giovinezza il fiore
Non ben spuntava ancora
Su la guancia serena
Del gran figlio d’Alcmena,
D’Alcide il Giovinetto:
Quando un giorno soletto,
Per le Tebane arene
Mosse l’inclito piede,
L’inclito pie’, ch’adorno
Di vivi raggi ardenti
Per le contrade intorno
Calpestar poi dovea mostri e serpenti.
Ma giunto che fu,
Dove si vede
Fendersi in due l’ampio sentier, ch’ei preme,
Il pie’ sospende e mira
Quinci aprirsi fiorita
Strada, ch’a se l’invita;
Quindi scosceso ed erto
Calle, a sue voglie aperto.
Dove pieghi non sa; di stupor piene
Volgi le luci e dubbio il passo tiene.

Quand’ecco a l’impoviso
Con sembiante sovrano
Al giovine Tebano
Mostrar due Ninfe innamorate il viso.
Guarda l’una il sentiero,
Che faticoso al piede il varco appresta;
Dal calle lusinghiero
Custode è l’altra e questa
Armoniosi accenti
Fece prima così volare ai venti.

Soprano Primo:
Affretta, garzone, il piede;
La strada, quand’è fiorita,
Germoglia sempre mercede.

Chi porta su ’l volto i fiori,
È folle s’Amor disprezza,
È fiore vostra bellezza,
Ch’invita a le gioie i cori.

La vita, che par sì bella,
Allora, ch’è più ridente,
Se foco d’Amor non sente,
Languisce, né par più quella.

Affretta, garzone, il piede;
Il Cielo a goder t’invita.
La strada, quand’è fiorita,
Germoglia sempre mercede.

Un grido vano di fama,
Che fugge quasi baleno;
Non passi nel vostro seno:
Le gioie son di chi ama.

S’un core talor si strugge;
Amore Nume pietoso
L’affanno cangia in riposo:
Felice chi non lo fugge.

Affretta, garzone, il piede;
Il Cielo a goder t’invita.
La strada, quand’è fiorita,
Germoglia sempre mercede.

Tenore:
Con accenti lusinghieri
Così canta la donzella,
Che su ’l calle de’ piaceri
A godere Ercole appella.
Ma più scaltra
De la Ninfa ingannatrice
Scioglie l’altra
La favella e così dice.

Soprano Secondo:
Che fate, che fate mortali?
Ragione vi chiama
Per vana bellezza languisce, chi ama.

Chiudete le porte
A dolce saetta:
Bellezza, ch’alletta,
Conduce a la morte.
Un’anima forte,
Che palme procura;
Di fiamma più pura
Nutrisca sua brama.
Per una bellezza languisce, chi ama.

Di nobil sudore
Chi bagna le chiome,
Adorna suo nome
D’eterno splendore.
Bellezza, che more,
Sia vostra nemica.
Dov’altri fatica
Germoglia la fama.
Per una bellezza languisce, chi ama.

Tenore:
Che farà di Giove il figlio,
Che sospeso, incerto pende?
Seguirà l’empio consiglio,
Ch’ai diletti il core accende?
No, no:
Per sentier d’opre più belle
Move il passo e corona il crin di stelle.

a tre:
Imparate, anime amanti,
Non v’alletti empia beltà:
Quel piacer, ch’Amor vi dà,
Sembran gioie e sono pianti.
Fuggite il sereno
D’un placido seno:
Chi stolto si dona
A le gioie, ai piacer; non si corona.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rv - Roma - Biblioteca Vallicelliana
fondo Borromini
collocazione S. Borr. Q.IV.223.94

Scheda a cura di Nadia Amendola
Ultima modifica: