Scheda n. 7656

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo per musica a stampa

Data

Data certa, 1688

Titolo

Il fulmine. Il fulmine son’io

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Lotti, Giovanni

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

Parte prima, pp. 56-57

Filigrana

Non rilevata

Note

Il testo è intonato in una cantata per Basso e basso continuo attribuita a Bernardo Pasquini (cfr. Bibliografia).

Titolo uniforme

Il fulmine son'io. Cantata, Il fulmine

Trascrizione del testo poetico

Il fulmine son’io
Che chiudendomi cheto in fosco Nembo
Da quell’umido grembo
In cui la mia Megera il foco ammorza
Non mi scateno mai se non per forza.

Quei vapori in Ciel rubelli
Che contrastano del Regno
Non son quelli
Che m’infiammano allo sdegno
È ‘l desio d’achetare i lor contrasti
Non è per farmi uscir spinta che basti.

Ahi ch’un impeto più forte
Mi necessita ai rigori
Ne consente ch’io dimori
Trà le gelide ritorte
Mà vuol ch’io mi scuota
Insorga percuota
Dirochi divori
Ne consente ch’io dimori
L’empio mortal ch’il suo Fattor ofende
Questo all’ira maggior questo m’accende.

All’hor ch’insano tu stuol de viventi
In numerosi eccessi
Contaminar non cessi
Le sfere e gl’elementi
Allor da impulso audace
Sente far violenza alla mia pace
E da un intimo ratto
Fuor dei nembi già tratto
Ruinoso men volo
A confonder di stragi il Cielo, e il suolo
Che suol per genio innato
Calamità del fulmine, è il peccato
Ma quantunque mi sia
Il compendio fatal dell’ira eterna
Tutto horror tutto fosco e tutto morte.
Pur s’avvien che mi tire
All’esterminio suo l’umano ardire
Pria ch’io giunga a ferire
E lasciar chi fallì sul fallo anciso
Gli fo’ precorrer sempre amico avviso.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rn - Roma - Biblioteca Nazionale Centrale
collocazione 204.3.B.12.45

Scheda a cura di Nadia Amendola
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