Scheda n. 7641

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo per musica a stampa

Data

Data certa, 1667

Titolo

Cantata terza a tre voci

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Benigni, Domenico (1596-1653)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

Parte seconda, pp. 131-133

Filigrana

Non rilevata

Note

Il testo è messo in musica da Giovanni Battista Mazzaferrata (Cantate morali e spirituali a una, due e tre voci, 1680) e da Mario Savioni (Concerti morali e spirituali a tre voci, 1660).

Titolo uniforme

Udite udite o voi. Cantata, Cantata terza a tre voci

Bibliografia

Trascrizione del testo poetico

Primo Soprano solo:
Udite, udite o voi,
Che del mondo fallace,
Fra dolci scherzi e canti
Mal’accorti seguite i passi erranti;
Udite, udite.
Breve gioia, che piace,
È diletto, che fugge, ombra mendace.
Non vi lusinghi il seno
Fragil pompa mortale,
Lampo d’onor terreno:
Sol per fuggir le nostre gioie han l’ale.
Chiudete del petto
Le porte al diletto,
Che vano, fallace il mondo vi dà.
Par, che riso prometta e dona affanni:
Credete a chi lo sa;
Non sa ’l mondo allettar, che non inganni.
In sembiante giocondo
Con dolci aure serene
Quando lusinga e ride
Questo mostro fecondo
Di tormenti e di pene;
Fiero serpe tra i fior l’anime ancide.
Se scherzando se ’n va;
Credete a chi lo sa
Allor tesse sue frodi, opra suoi danni.
Non sa ’l mondo allettar, che non inganni.

A tre:
La vita è corta
Fugge l’età,
E seco porta
Splendor, beltà.
Alme gradite
Su, su,
Fuggite;
L’ali al Ciel di qua giù
Spiegate omai:
Perduto ben non si racquista mai.

Basso solo:
Deh spiegate o mortali
De’ pensier vostri il volo
E là volgete il core
De la mente su l’ali,
Dove cinto di gloria e di splendore
In se stesso fecondo
Trino ed uno fiammeggia il re del mondo.

A tre:
Beltà là splende,
Che non vien meno,
Foco s’accende
Sempre sereno
Quel sole ardente
Di luce pura
È bellezza ch’in Ciel mai non s’oscura.

Sop. 2 solo:
Fortunato, chi sa con piè non lento
Corre le vie del cielo,
Dove puro contento
Di sempiterni ardori
Godon felici innamorati i cori.
Quegli eterni splendori,
Quelle soavi arsure,
Che l’alme ognor sì dolcemente accendono
Sono in gioie sì pure,
Che si godono in Ciel, ma non s’intendono.
In quegli orti celesti
Con primavera eterna
Spuntano eterne e le viole e i gigli.
La sù con fiati infesti
Fra timori e perigli
Mai non spira Aquilone e mai non verna.
O beato, o felice
Glorioso desio,
Che le speranze sue ripone in Dio.

a 2:
Cinto di rai
Fiammeggia il dì,
Ma sempre mai
Non è così.
Alme gradite
Su su,
Fuggite.
Non vi lusinghi più
L’età futura.
Ciò, che splende qua giù, piace e non dura.

a 3:
Allor che ridente
Con volto giocondo
Lusinga la mente
Più florido il mondo;
Mortali, fuggite,
Schernite,
Sbandite quest’empio.
Sol barbaro scempio
A l’anime appresta.
Sereno del mondo è fiera tempesta.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rv - Roma - Biblioteca Vallicelliana
fondo Borromini
collocazione S. Borr. Q.IV.223.62

Scheda a cura di Nadia Amendola
Ultima modifica: