Scheda n. 7640

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo per musica a stampa

Data

Data certa, 1667

Titolo

Le visioni

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Benigni, Domenico (1596-1653)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

Parte seconda, pp. 128-130

Filigrana

Non rilevata

Note

Il testo è messo in musica da Giovanni Battista Mazzaferrata (Cantate morali e spirituali a una, due e tre voci, 1680) e da Mario Savioni (Concerti morali e spirituali a tre voci, 1660).

Titolo uniforme

Spunta il giorno in Oriente. Forma non specificata, Le visioni

Bibliografia

Trascrizione del testo poetico

Solo:
Spunta il giorno in Oriente
E superbo il crine indora:
Ma che pro, se poi dolente
Tosto langue e si scolora?

a 2:
Ah che pur’è così
Di nostra vita il dì:
Mai non posa e non ha pace;
Quando più ci lusinga, è più fugace.

Primo Soprano solo:
Sovra soglio dorato
L’empio seder vid’io
De’ suoi ricchi tesori ambitioso
E con vanto orgoglioso
Premer sotto il suo pie’ le stelle e ’l Fato.

Secondo Soprano:
Ma che fu poi?

Soprano primo:
De’ pregi suoi
Volsi ’l ciglio a mirar la pompa e ’l fasto
E di regno s’ vasto,
Mentr’il guardo raggiro,
Nulla vagheggio e miro.
Sparve l’empio: che più?
Non si può dir, qui fu.

a 2:
Folle chi vuole
Su base instabile
Fondar sua mole,
Che sia durabile.
Non dura,
No, no;
Svanisce, s’oscura
Pensier, ch’esce di terra.
Contra i nostri desiri il Ciel fa guerra.

Secondo Soprano solo:
Splendida mensa un giorno
Strana a mirarsi al ciglio mio s’offerse
E con pompe diverse
Entro barbare soglie
D’ostro, di gemme adorno
Giacer’uomo vidi a le sue brame intento
E già d’esche più rare
Per satiar sue voglie
Spogliato avea l’aria, la terra e ’l mare.

Terzo Soprano:
Ma che fu poi?

Secondo Soprano:
Ne’ pregi suoi
Allor che più
Scherzando ride,
Morte i giorni recide
E nel foco il meschin sepolto fu.

A tre:
Mortal desire
Come cieco t’inganni!
Sembran gioie i diletti e sono affanni.

Terzo Soprano solo:
Rotto i panni e scalzo il piede
Al mio guardo un dì fu dato
Di mirare un sventurato,
Che chiedea poca mercede.
Ne’ martiri
Grida aiuto e mai non trova,
Chi si mova
A pietà de’ suoi desiri.

Primo solo:
Ma che fu poi?

Terzo Soprano:
De’ pianti suoi
Il caldo rio
Ecco si cangia in riso
E lieti in Paradiso
Ridono al suo morir gli angeli e Dio.

Coro:
Lieta sorte beata
D’anima tormentata,
Che pone in Dio sua speme!
Se languisce, se geme in dure tempre;
A momenti sospira e gode sempre.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rv - Roma - Biblioteca Vallicelliana
fondo Borromini
collocazione S. Borr. Q.IV.223.61

Scheda a cura di Nadia Amendola
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