Scheda n. 7638

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo per musica a stampa

Data

Data certa, 1667

Titolo

Cantata morale

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Benigni, Domenico (1596-1653)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

Parte seconda, pp. 123-125

Filigrana

Non rilevata

Note

Il testo è messo in musica da Giovanni Battista Mazzaferrata (Cantate morali e spirituali a una, due e tre voci, 1680) e da Mario Savioni (Madrigali morali e spirituali a cinque voci, 1668).

Titolo uniforme

Non mi lusingar più cieco mondo fallace. Cantata morale, Cantata morale

Bibliografia

Trascrizione del testo poetico

Coro a 5:
Non mi lusingar più,
Cieco mondo fallace:
Ciò, che diletta e piace,
Altro non è qua giù,
Ch’un diletto fugace,
Un seren, che si strugge,
Una gioia, che fugge,
Che vola in un momento:
Son le gioie del mondo un’ombra, un vento.

Primo Soprano solo:
Con passi insabili
Ite lontane
Fugaci e labili
Speranze vane.
Nemica sorte
Per voi le porte
Apre a la frode:
Alma, che nulla spera, il tutto gode.

a 2:
Quando sereno,
Quando giocondo
Lusinga il mondo;
Guardate il seno.

Alto solo:
Allor che più ride;
Con armi omicide
Prepara gli affanni:

a 2:
Sembran gioie i suoi scherzi e sono inganni.

Secondo soprano solo:
Sì sì così va;
Ne’ campi del core
Con fiere vicende
Di sdegno s’accende
Speranza e timore.
Intrepido il ciglio
Volgete al periglio,
Durate. Anima pura
De le frodi del mondo armi non cura.

Due Soprani e Tenore:
Chi desia di gioire
Senza tema di duolo,
Scioglia il volo
Sovra il Cielo al suo desire
E goderà beato in dolci tempre:
Le dolcezze del Ciel durano sempre.

Tenore sole:
Lungi, lungi da me
Per terreno splendor pianti e sospiri;
Chiede al core, a la fe’
Sempiterna bellezza altri desiri.
Questo solo bram’io,
Questi fregi desio,
A questi vanti anelo;
Gioia, che non vien meno, alberga in Cielo

a 3 voci pari:
Perché fiero a nostri danni
Frema il mondo e morte avventi;
Ne le pene, negli affanni
Non sia no, chi si spaventi.
Serenate egri viventi,
Serenate i vostri rai;
La divina pietà non manca mai.

Basso solo:
Piovete, o lagrime
Dal ciglio mio
E voi tendete a Dio
Bel tributo di pianti e di sospiri.
De le vostr’onde aspersi
Fra lusinghe e martiri
Lavi la sua pietade i miei deliri.

Coro a 5:
Lagrime dove siete?
Venite su, venite,
Dal mio ciglio scendete,
Scendete a cento a cento:
Una lagrima basta a far contento.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rv - Roma - Biblioteca Vallicelliana
fondo Borromini
collocazione S. Borr. Q.IV.223.59

Scheda a cura di Nadia Amendola
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