Scheda n. 7635

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo per musica a stampa

Data

Data certa, 1667

Titolo

Sant’Andrea

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Benigni, Domenico (1596-1653)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

Parte seconda, pp. 111-115

Filigrana

Non rilevata

Note

Testo intonato da Orazio Benevoli

Titolo uniforme

Se non teme aspro tiranno. Forma non specificata, Sant'Andrea

Bibliografia

Trascrizione del testo poetico

PARTE PRIMA

a 3:
Se non teme aspro tiranno,
Che minaccia e che tormenta;
Ne’ martiri alma contenta
Muta in gioia ogni suo danno.
Imparate egri viventi:
Il sentiero del Ciel sono i tormenti.

Testo:
Armato il cor di zelo,
Tutto di fede ardente
Per le strade del Cielo
Con voce di pietate
Chiama d’Acaia Andrea
L’anime traviate
E guerriero di Cristo,
Per farsi in Cielo eterno,
Con glorioso acquisto
Cerca divoto il popolar l’Inferno.
Ma di pietade ignudo
Empio tiranno e crudo
Contra il campion celeste
Arso di sdegno freme
E con voci funeste
Scioglie, quanto più puote,
Minaccioso la lingua in queste note.

Tiranno:
Taci, taci non più;
Importuno, che sei, frena la voce.
Così ardito d’intorno
Snodar la sua favella
Fu sentito alcun giorno
Il tuo Cristo GIESÙ,
Ch’asperso del suo sangue
Sovra un legno di croce
Poi doloroso, esangue
Spirò l’alma qua giù.
Taci, taci non più.

S. Andrea:
Come cieco deliri!
I tormenti, le croci,
Le percosse, i martiri,
Le punture più atroci,
I flagelli più rei
Furono tutti a GIESÙ palme e trofei.
Allor, che sovra un legno
Spirò l’alma innocente;
Vincitor più possente
Con virtude infinita
Cangiò la morte in vita
E di sua croce al segno,
Ch’in Ciel fiammeggia eterno,
Si scosse il mondo e s’inchinò l’Inferno.

Coro:
A duro tronco assisa,
Strano eccesso d’amore,
L’innocenza del Ciel languisce e more.
Cara morte gradita!
Il morir di GIESÙ fu nostra vita.

PARTE SECONDA

a 2:
Tema d’aspro periglio,
Crudo aspetto di morte
A cor guerriero e forte
Non discolora il ciglio.

Testo:
Contra il german di Piero
D’Acaia il fier tiranno
Volge il guardo severo
E con enfiate labbia
Dispietato nel danno
Riede irato, qual pria, con questi accenti
Del core acceso a palesar la rabbia.

Tiranno:
E fin’a quando, o folle,
Perfido abuserai di mia pietà?
Dove, dove s’estolle
Del tuo cor l’empietà?
Torna, cieco, a te stesso
Pria, che da’ lacci oppresso
(Ostinato che sei)
Paghi morte il tuo sangue a cenni miei.

S. Andrea:
S’armi pur di sdegno e d’ira
Fiera morte, aspro tormento:
Chi fedel’al Ciel si gira,
Fra le stragi è più contento.
Sia barbaro il mondo
Di pene fecondo:
Non mi querelo:
A prezzo di dolor si compra il Cielo.

Tiranno:
E pur cieco presumi
Di schernire il mio regno.
Su, su con man pietosa
Degli oltraggiati Numi
Prendi pure a placar l’ira e lo sdegno:
Vittima sanguinosa
Cada pur di tua mano
Coronata di fiori a nostri dei,
O nel tu sangue al piano
Avanti agli occhi miei
Farò. Ma nel periglio
Fora meglio al tuo cor cangiar consiglio.

S. Andrea:
A quel Signor, ch’in tre persone eterno
Uno in se stesso e di sua luce adorno
Già mai non si divide,
Con pure voglie e fide
D’anima riverente,
Sempre che spunti il giorno
Fuor de’ campi del mare,
Sovra divoto altare
Offro puro olocausto e innocente.
Sparsi di vani odori
Non prendo no, non prendo
Io da le mandre i tori:
Vittima di mia mano è puro agnello.
Sacra vittima e pura,
Che se cibo diviene
Di questo labro e quello;
Indivisa non manca e sempre dura.

Tiranno:
Orribile mentita!
Che più, che più s’aspetta?
Gli si toglia la vita:
Ite ministri a volo
E movete spietati affanni e duolo
A dura croce affisso
L’anima in terra spiri
E disprezzi se da pene e martiri.

S. Andrea:
O bellissima croce
Con sollecita cura
Dal mio cor desiata;
Ecco, ch’a te veloce
Corre l’alma affannata.
Tu del mondo m’invola al cieco errore:
Tu pietosa mi rendi al mio Signore.
Croce beata e cara
Troppo lunga stagione
Di tue dolcezze a’ miei desiri avara.
No, no, non tardar più
Rendimi al mio GIESÙ;
Per te m’accoglia in seno
Quei ch’in te già comprommi e venne meno.

Coro:
Ergete alme divote
Il vostro ciglio al Cilo
E con pietoso zelo
Sempre nel duolo immote
Soffrite ogni tormento.
Chi more per GIESÙ, more contento.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rv - Roma - Biblioteca Vallicelliana
fondo Borromini
collocazione S. Borr. Q.IV.223.56

Scheda a cura di Nadia Amendola
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