Scheda n. 7629

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo per musica a stampa

Data

Data certa, 1667

Titolo

Oratorii. La guerra celeste

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Benigni, Domenico (1596-1653)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

Parte seconda, pp. 83-86

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Fortunato chi pone. Oratorio, Oratorii. La guerra celeste

Bibliografia

Trascrizione del testo poetico

A 5:
Fortunato chi pone
Le sue speranze in Dio
Bel desio
Ch’a ferir vada le stelle,
Fea l’alme più belle
Speri lieto ogni contento,
I pensier d’un superbo abbatte il vento!

Testo:
Chi ne’ lucidi abissi, ove a se stesso,
Mentre se stesso intende, egual produce
Intelletto increato eterna prole
Ed ambo uniti poi con bel riflesso
Spiran divino amor, ch’arde e traluce;
Con destra onnipotente
Avea di nulla appena
Fabricato scherzando e cielo e terra;
Quando con fiera guerra
Ingrato al suo fattor l’Angel più bello
Con feroce drappello
Là per l’eteree rote
Sciolse il freno a lo sdegno in queste not.

Lucifero:
Su vendetta, a l’armi, a l’ire:
Sovra il ciel s’erga il mio soglio,
Questo bramo, questo voglio;
S’incoroni il nostro ardire;
Su vendetta, a l’armi, a l’ire.

Lucifero:
Fra le stelle, ove fiammeggia

Aria:
Chiaro il sol cinto di luce,
Se fortuna mi conduce,
Inalzar vedrò mia reggia
A chi forte in ciel guerreggia.
A chi fiero in campo scende,
Vinto il Fato alfin si rende
E trionfa ogni desire.
Su, vendetta, a l’armi, a l’ire.

S. Michele: Dove, dove, mostro rio,

Aria:
Sciogli audace i tuoi pensieri?
Torna indietro; indarno speri
D’agguagliar te stesso a Dio.
Che mal ti consigli
Fra tanti perigli:
Di te mi fò gioco;
Sarà tomba al tuo ardire un mar di foco.

Lucifero:
Taci, taci, io non pavento

Aria:
Il furor di rea fortuna:
S’a miei danni il Ciel s’imbruna;
Sarà gloria il mio tormento.
Dove più belle
Ardon le stelle,
Darò legge a la mia sorte:
A se stesso è destino un petto forte.

S. Michele Aria di guerra:
Ite, pugnate, negate pietà:
Sbandite quest’empio, che fede non ha
Con destra omicida
Severi punite
D’un’anima infida
Speranze sì ardite:
No, no, non soffrite,
Che barbaro assalto
Del Cielo su l’alto
Prepari a le stelle con armi spietate,
Ite, pugnate,
Negate pietà,
Sbandite quest’empio, che fede non ha.

San Michele:
Vittoria, vittoria, guerrieri.
Già l’empio è fuggito
A morte ferito
Da strali severi:
Vittoria, vittoria, guerrieri.
Fra stuolo di pene
Trafitto s’adira
E stretto sospira
Tra dure catene.
Di luci serene
Più vaghe, più belle
Coronin le stelle
I vostri pensieri;
Vittoria, vittoria, guerrieri.

Lucifero:
Se mi toglie la vittoria
Rio tenor d’iniqua stella;
Al Destin, che mi flagella,
Cedo il campo e non la gloria,
Nel tormento,
Non pavento:
Tornerò sempre più fiero.
Non spaventa il timor nobil pensiero.

A 2 Soprani:
Imparate egri mortali:
Non sia no chi l’arco tenda
Per vibrar nel Ciel gli strali;
Imparate egri mortali.

Soprano solo:
Chi fiero,
Severo
D’ira acceso arma la mano;
Trafitto su ’l piano
Fia, ch’in pianto ognor si stempre.

A 2:
Le saette del Ciel non dormon sempre.

Soprano solo:
Come dal Ciel cadesti
Angelo a Dio rubello,
Tu, che poc’anzi in Oriente assiso
Di splendore novello
Cinto la chioma e ’l viso
Sì chiaro altrui splendesti;
Come, come cadesti?
De la sua luce adorno,
Coronato di lampi
Non così puro mai
Il portator del giorno
Sorse de l’aria a serenare i campi;
Che più lucenti assai
Al tuo volto sereno
Non ardessero intorno
Con vergogna del sol raggi celesti:
Come, come cadesti?
Deh non sia, chi cieco, o folle
Contra il Cielo erga se stesso:
Cade oppresso
Nel suo mal, chi più s’estolle.

Coro pieno:
Chinate al Ciel la fronte
Anime a Dio divote
E ne’ desiri immote
Vedrete al vostro zelo
Strider l’Inferno e festeggiare il Cielo.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rv - Roma - Biblioteca Vallicelliana
fondo Borromini
collocazione S. Borr. Q.IV.223.50

Scheda a cura di Nadia Amendola
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