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Bibliografia
Trascrizione del testo poetico
Cinto il sen d’aspri rigori
Il mio ben meco s’adiri,
Ameranno i miei desiri,
Bench’irati i suoi splendori.
Di Virtù s’ai vivi ardori
In un cor s’apron le porte;
In quel cor versa la sorte
Ogni gioia, ogni dolcezza;
Con saette di bellezza
Mai virtù non piaga a morte.
Di virtù se vive ancella
Nobil alma e scherza e ride:
Non paventa armi omicide
D’empio amor, d’iniqua stella.
E virtù fiamma sì bella,
Che diletta e non tormenta.
Fiero duol non la spaventa:
Molto merta e nulla chiede;
Di se stessa ella è mercede:
Di sue glorie è sol contenta.
Chi s’accende a lo splendore
Di sua luce ogn’or serena;
Per amor non vive in pena
E non sa, che sia dolore.
Per bellezza, che si more,
Cui l’età le glorie oscura,
Prova sorte così dura,
Che la morte altrui fa cara;
Ma virtù con luce chiara
Dolce rende in sen l’arsura.
Con affanno tormentoso,
Del suo fuoco ardor sereno,
Di martir non empie un seno
E non toglie altrui riposo.
In un cor pensier geloso,
Che crudel sovente offende,
Per virtù già non s’accende.
Vengan pur gli amanti a stuolo;
Nel mio amore io mi consolo:
Sempre egual virtù risplende.
Chiaro il sol dal mar profondo
Spunta fuor su carro d’oro
E di lampi un bel tesoro
Sparge eguale al cielo, al mondo.
Sol più chiaro e più giocondo
E virtù nel ciel d’un’alma.
Se mortal corporea salma
Avvien mai, ch’adorni e fregi
Sua beltà; di sì bei pregi
In amor spiega la palma.
Che le nevi, i fiori, il foco
Con stupor d’occhio mortale
Di splendor, di vento eguale
Stian concordi in un sol loco;
In amor non è già poco:
Ma che val? Quando fiorisce
Sì bel misto, allor sparisce,
Quasi fiamma in preda al vento,
Beltà fugge in un momento:
Sol virtù mai non languisce.
Quindi eterno entro il mio petto
Sarà il foco e l’ardor mio:
Esca frale al mio desio
Non diè mai caduco aspetto.
La mia gioia, il mio diletto
Virtù mira e se n’appaga:
Pianto il cor mai non allaga,
Di dolor, d’affanni carco:
Il ferir di sì bell’arco
Fa nel sen dolce ogni piaga.
Se d’un volto ai puri rai
Sua fe’ giura un fido amante
E virtù serve costante;
Sa sprezzar tormenti e guai.
Non amò virtù già mai,
Chi nel duol soccorso chiama.
Nobil cor, ch’adora e ama,
Del suo ardor vive contento.
Puro amor nel suo tormento
Sempre serve e mai non brama.
D’un incendio sì pudico
Arde acceso il mio desire,
Che s’il Ciel vuol ch’io sospire,
Il suo foco io benedico.
Sia pietoso, o sia nemico
L’idol mio, né mai si mova;
In amor tutto si prova:
Ma con fè ad’alta costanza
Adorar senza speranza,
Dice Amor, ch’è cosa nova.
Paese
Lingua
Segnatura
fondo Borromini
collocazione S. Borr. Q.IV.223.42
Scheda a cura di Nadia Amendola