Scheda n. 7616

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo per musica a stampa

Data

Data certa, 1667

Titolo

La fuga di Rinaldo pittura del Cavalier Giuseppe d’Arpino

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Benigni, Domenico (1596-1653)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

Parte prima, pp. 172-175

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Poiché per l'ampio Egeo disciolta ai venti. Forma non specificata, La fuga di Rinaldo pittura del Cavalier Giuseppe d'Arpino

Bibliografia

Trascrizione del testo poetico

Poiché per l’ampio Egeo disciolta ai veti
Armida abbandonata
Vide la vela aurata
Non uditi fuggire i suoi lamenti;
Sovra deserto lido
Sparse sospiri ardenti,
Chiamò Rinaldo disleale, infido:
Squarciò le chiome e i sospiri in tanto
Dier forza ai venti e accrebbe l’onde il pianto.

Scorge il legno, che fugge e sente l’alma,
Che portata dal duolo
Segue rapida a volo
Chi de le glorie sue rapì la palma.
Flagella il bianco seno,
Batte palma con palma,
Co’l piede il suol percote e poi vien meno,
Ma tosto Amor la desta e la rincora.
Non uccide il dolore alma ch’adora.

Volge misera il guardo e quando mira
Scorge su ’l lido algente,
Ch’al tristo cor dolente
Sol sembianze di morte orrido spira.
D’ira accesa e di rabbia
Seco piange: s’adira:
Ma s’arrestan le voci in su le labbia:
E spettatrici son de le sue pene
Sorde rive, antri ciechi e mute arene.

Non così mai da l’atre Eolie soglie
Ad oscurar le stelle
Fieri nembi e procelle
Con destra ingiuriosa Euro discioglie;
Come cieco furore
Nubi d’acerbe doglie
De l’amante gentil spiega su ’l core.
Agitata si scote in volto fiero:
Dura sferza a se stesso e ’l suo pensiero.

So, che per rive dolorose e meste,
D’aspre vendette armate
Seguir Furie spietate
Con piè veloce il forsennato Oreste:
Ma in più rigido aspetto
Empie furie funeste
Sferzano de la Maga il chiuso petto.
Ira mista a dolor non ha ritegno:
Furie sono d’un’alma amore e sdegno.

Sdegno guerrier de la ragion feroce
Già sovra Amore, che cede,
Con trionfante piede
Nel combattuto sen passa veloce,
Indi più fiero e forte
Fatto tiranno atroce
Spira nel mesto cor sensi di morte
E tra i nembi di fiamme ond’ei va cinto
Resta d’amor lascivo il foco estinto.

Fugge timido Amor la fiamma ostile:
Ch’ove sia face è spenta,
Né la fuga paventa
Non copra piume d’or cenere vile.
Ben da lunge con l’arco
In quel petto gentile
Tenta con novo strale aprirsi il varco:
Ma non teme suoi colpi un petto ignudo,
A cui sdegno guerriero è saldo scudo.

Ma dove, Euterpe, il tuo bel volo hai sciolto?
De la misera amante
L’agitato sembiante
Non vedrai tu già ne’ tuoi carmi accolto.
Con istupor novello
Vivo mostrar quel volto
Riserbato è d’ARPINO al gran pennello,
Muto poeta di pittor canoro
Ei sa sue glorie incoronar d’alloro.

S’erga ingegnoso in Ciel fabro mortale
E da stellata mole
Involi in faccia al sole
Con memorando ardir fiamma vitale,
Perché sceso da l’Etra
Sa sua destra fatale
Prenda sensi di vita orrida pietra:
Più bel vanto è d’ARPIN con mano ardita
Dar con l’ombre a le tele eterna vita.

Chiaro cigno di Pindo onor sovrano,
Cui diede il Ciel su vanni
Oltre le vie degli anni
Portar l’armi pietose e ’l capitano;
Su le tele, ch’industre
Faticò nobil mano,
Volgi da quei bei colli il ciglio illustre
E vedrai, come chiaro ancor rimbomba
Ne’ color muti il suon de la tua tromba.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rv - Roma - Biblioteca Vallicelliana
fondo Borromini
collocazione S. Borr. Q.IV.223.33

Scheda a cura di Nadia Amendola
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