Scheda n. 7551

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1680-1690

Titolo

Del S:re Abb:e Bani

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Bani, Cosimo (?-1712)

Fa parte di

Redazione

[S.l. : copia, 1680-1690]

Descrizione fisica

P. 197-214

Filigrana

Quadrupede inscritto in un cerchio (Rilevata alle P. 199-207 e 211-214 )

Note

Copista B. All’inizio della cantata è annotata una piccola lettera guida per la vergatura del capolettera. Nel manoscritto le sezioni 2.2, 4.2 e 7.2 sono indicate come . Conclusa l’Aria cavata, a P. 209, la rigatura è priva notazione e reca l’indicazione Subito in basso a destra.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Brumana 2005: P. 179
Brumana 2007: P. 77

Bibliografia

Brumana 2007: P. 59-60, 62-63, 73, 77, 80, 83, 96-97
Brumana 2005: P. 163, 166-167, 176, 179, 183, 196-197
Brumana-Iovino 2009: P. V, XI-XII, XIV-XVII, XIX-XX, 25-33

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
[A]mor e quando mai
2.1: Largo(aria strofica, la maggiore, c)
Nume iniquo, fanciullo tiranno
2.2: (aria strofica, la maggiore, c)
Crudo arciero nemico di pace
3.1: (recitativo, c)
Ma folle ove trascorre
4.1: Largo(aria strofica, fa♯ minore, c)
Non è amor che mi dà pena
4.2: (aria strofica, fa♯ minore, c)
Di cupido non è il dardo
5.1: (recitativo, c)
Del tuo vago sembiante
6.1: Adagio(aria cavata, re maggiore, c)
Non disprezzare oh Dio
7.1: (aria strofica, la maggiore, 12/8)
Non farmi più penar
7.2: (aria strofica, la maggiore, 12/8)
Non esser più crudel

Trascrizione del testo poetico

[A]mor e quando mai
A’ tuoi capricci insani
A’ tuoi colpi inhumani
Di rendermi bersaglio cesserai!
Mentre ferisci ogn’hor questo mio core
O con strali di speme o di rigore.

Nume iniquo, fanciullo tiranno
Godi pur in vedermi languire
Per far pago il tuo fiero desire.
Sia ricetto il mio cor ogni affanno.
Nume iniquo, fanciullo tiranno.

Crudo arciero nemico di pace
Prendi pur di quest’alma diletto
E per farne più scempio al mio petto
Cresca ardor la possente tua face.
Crudo arciero nemico di pace.

Ma folle ove trascorre
Tormentata dal duol l’incauta lingua
E non m’avveggio ancora
Misero che m’adiro
Con fantasma ideal, ah che deliro.

Non è amor che mi dà pena
E alimenta il mio dolor,
Ma un bel volto e che incatena
Tiranneggia questo cor.
Non è amor che mi dà pena
E alimenta il mio dolor.

Di Cupido non è il dardo
Che mi fé piaga mortal
Ma di due pupille un guardo
È cagion d’ogni mio mal.
Di Cupido non è il dardo
Che mi fé piaga mortal.

Del tuo vago sembiante
Del tuo strano vigore ingrata Filli
È questo è questo il pregio?
E se prescritto ha il Fato
Ch’io di te viva amante
Non disprezzare oh Dio
La mia fede, il mio pianto, il dolor mio.

Non farmi più penar
O cara per pietà
Ma cangia homai pensiero
E fia che men severo
Io debba rimirar
Il ciel di tua beltà.
Non farmi più penar
O cara per pietà.

Non esser più crudel
O bella contro me
Ma fa che alfin respiri
In tanti suoi martiri
Quest’alma che fedel
Da te brama mercé.
Non esser più crudel
O bella contro me.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-PEu - Perugia - Università degli Studi di Perugia, Biblioteca "Fondo Antico Sala del Dottorato"
collocazione Cass. 23.17

Scheda a cura di Alice Sbrilli
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