Scheda n. 7410

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1715-1730

Titolo

Di Sionne al mesto pianto

Presentazione

Partitura

Fa parte di

Redazione

[S.l. : copia, 1715-1730]

Descrizione fisica

P. 45-58 (37-50)

Filigrana

Non rilevata

Note

doppia paginazione sul recto della c. (37-50) e moderna (45-58)

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: Largo(aria, sol minore, c)
Di Sionne al mesto pianto
2.1: (recitativo, c)
Signor deh ti rammenta
3.1: (aria, si♭ maggiore, 3/8)
Senza il dolce amato Padre
4.1: (recitativo, c)
L’addolorata mente
5.1: Adagio(aria, re minore, 12/8)
E’ ver che un dì peccaro i nostri Padri
6.1: Allegro(aria, si♭ maggiore, 2/4)
Chi fu nostro prigioniero
7.1: (recitativo, c)
Con periglioso evento
8.1: (aria, sol minore, 3/4)
Gerusalemme bella

Trascrizione del testo poetico

Di Sionne al mesto pianto
Geremia pianger s’udì
Or col tenero suo canto
Volto a Dio prega cosi:

Signor deh ti rammenta
Qual sovra noi cadeo grave sciagura
Volgi dalla tua pura
Mente pietosa un guardo
E mira ah mira come
Resta vile e negletto il nostro nome
Dall’altrui man rapace
Tolto il nostro retaggio
Ed il paterno tetto
Di straniere legion fatto ricetto.

Senza il dolce amato Padre
Passa in noi figli infelici
Dall’afflitte genitrici
Più di morte amaro duol
Noi disseta la nostr’onda
Ma con prezzo ad ogni stilla
Così e può s’una scintilla
Nostre legna accender suol.

L’addolorata mente
Sempre maggiori affanni
Minacciava all’oppresse
Nostre cervici.
Né d’un solo momento
Riposo unqua si dava a stanco seno
Cui per saziare almeno
Di pane altrui convenne
Oh memoria dolente
Stender supplice destra
Fino all’Egitto et all’Assiria gente.

E’ ver che un dì peccaro i nostri Padri
È ver ma sono estinti
E noi di pianto amaro
Spargendo ogni sentier
Da lacci de lor falli andiamo avvinti.

Chi fu nostro prigioniero
Ora assiso in trono sta
Né alcun v’è ch’il nostro impero
A noi renda e libertà.

Con periglioso evento
Là nel deserto a fronte
Delle nemiche spade
Scorrevasi a rapir nostr’alimento
Da penuriosi giorni
In noi rimase adusta
La nostra umana spoglia
E con interna doglia
Vide Sion rapirsi
L’imbelle sesso dal furor ostile
E provò Giuda afflitta
Nelle sue figlie un disonor simile.

Gerusalemme bella
Fin ora a Dio rubella
Deplora il grave error
Convertiti e ritorna
Di duol quanto più adorna
Più caro al tuo Signor.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

B-Bc - Bruxelles - Conservatoire Royal, Bibliothèque
collocazione 15158.5

Scheda a cura di Ilia Camerlingo
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