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Di Sionne sventurata
O qual sola rimansi
Sparge ognora amari pianti
Da grave duol trafitta
Nel solenne e più bel giorno
Ecco sul di lei soglio
Bella città dolente
Trascrizione del testo poetico
Di Sionne sventurata
La ruina ed il delitto
Geremia conobbe un dì
E da fiero duol trafitto
Tanto mal pianse così.
O qual sola rimansi
L’infelice Sion di popol piena
Quasi vedova geme
L’inclita delle genti altra reina
E di provincie la sovrana Resta
Vil tributaria abbandonata e mesta.
Sparge ognora amari pianti
E non v’è tra cari amanti
Chi consoli il suo dolor
La spezzaro i fidi amici
E di lei fatti nemici
Sono armati di rigor.
Da grave duol trafitta
E di catene onusta
Giuda patissi afflicta
E fatta serva di straniere genti
Riposo unqua non trova
Scampo A cercar si prova
Ma inseguita vieppiù senza difesa
Cede all’angustie e riman vinta e presa.
Nel solenne e più bel giorno
Scorre il pianto in ogni strada
Mentre alcun non vi è che vada
Con sue vittime all’altar
O Sionne desolata
Sacerdoti qui gementi
Qui le vergini dolenti
Teco stanno a lacrimar.
Ecco sul di lei soglio
Assisi i fier nemici
Ricchi delle sue spoglie e più d’orgoglio
Mentre così tanto oltraggiato Iddio
Parlò sopra di quella
Città piena di colpe e a lui rubella
Teneri suoi figli
Cinti di vil catena
Prigionieri ne vanno
Oggetto a lei di pena
E spettacol di gioia al suo tiranno.
Bella città dolente
Umil volgi la mente
Volgila al tuo signor
Implora implora aita
Convertiti e contrita
Piangi il passato error.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione 15158.4
Scheda a cura di Ilia Camerlingo