Scheda n. 7171

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1831

Titolo

Mentre in dolce riposo

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Mancini, Francesco (1672–1737)
possessore: Pisani, Pietro (1761-1837; Barone)

Fa parte di

Redazione

[S.l. : copia], 1831]

Descrizione fisica

P. 274-314

Filigrana

Note

Annotato in alto a sinistra a p. 274 "Serenata del Sig. Francesco Mancini"; a p. 281 segni d’altra mano verso il centro della pagina ed in basso (vedi immagini). I due strumenti elencati nell’organico non sono indicati esplicitamente nella partitura come violini, ma è possibile dedurlo dall’estensione delle loro parti. La serenata è ignota al Catalogo WRIGHT-MANCINI; un altro manoscritto della stessa serenata in D-MÜs Sant.Hs.2463 https://opac.rism.info/search?id=451015083

Titolo uniforme

Organico

Soprano, 2 violini e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
S, Mentre in dolce riposo
%C-1$bB@c 4-''2C4C/8-!8C!f!6C!f!'b4A!f/8-!6A!f8A6B''6C'8Bb8A6A6G/
2.1: Affettuoso(aria, do minore, c)
S, Vago volto ch'innamori
3.1: (recitativo, c)
S, No, vero non fia
4.1: Andante(aria, si♭ maggiore, 3/4)
S, Quel sen, quel cor, quel volto
5.1: (ritornello, c)
S, Ed ecco all'ora avvampando di sdegno
6.1: (aria, sol minore, 12/8)
S, Sì, sì, ch'io voglio amar
7.1: (aria, do minore, c)
S, Dolci mi son le pene

Trascrizione del testo poetico

Mentre in dolce riposo
La nemica d’amor, l’idolo mio
Lungi da van desio
Chiusi tenea i suoi begli occhi al sonno,
In sembianze sdegnose
Il faretrato arcier, il dio d’Amore
Invido di quel sopore
Su quelle piume ove ei lieto giaceva
Posando anch’egli il fianco
Al bel volto di lei così dicea:

Vago volto ch’innamori
Anche Amor con tuoi bei lumi,
Il tuo cor fra ciechi ardori
Giusto fia ch’amor [nelle ripetizioni: ancor] consumi.

No, vero non fia
Che beltà sì vezzosa
Non provi nel suo sen piaga amorosa.

Quel sen, quel cor, quel volto
Si feri, s’impiaghi,
Si chiami a morir.
In pene e tormenti
Fra doglie e fra stenti
In dolce martir
Impari d’amar,
Cominci a morir.

Ed ecco all’ora avvampando di sdegno
Diè di piglia [!] [piglio] ad un strale
E nel core di Filli ti [!] tenne il segno.
Quando tutta stupore
Scossa da rio dolore
Filli destossi e appena i lumi aperse
Che flebile e languente
Al stral che la ferì
Ella parlò così:
Amante Amor mi vuole
Io voglio amar, sì, sì.

Sì, sì, ch’io voglio amar
Languir voglio d’amor
E bramo in sen al cor
Nuovi strali, doppii mali
Mille ferite ancor.

Dolci mi son le pene
Soave le catene
E tu che già feristi
Il volto, il sen, il core
Caro sì sì mi sei, che sei d’amore.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-PLcon - Palermo - Biblioteca del Conservatorio di Musica "Vincenzo Bellini"
fondo Pisani
collocazione Arm. I Pis. 2.25

Scheda a cura di Irene Scalia
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