Tipo record
Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Legami a persone
Fa parte di
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
La seconda strofa 5.2 di 5.1 presenta qualche variante. Sono intonate per voce e bc, ma sono separate da 7 battute di interludio strumentale per 2 vll e bc. 7.1 è per S,bc ma è conclusa da 7 bb. solo strumentali per 2vll e bc. La precedente carburazione è annullata con un tratto di penna.
Titolo uniforme
Organico
Descrizione analitica
Gran Dio delle battaglie
Venere, Bellezza tua vaga
Venere, Suo sguardo lucente
Ferisci pur che sì piagata io godo
Marte, Dal folgorar del tuo sembiante vago
Marte, Son Solomeo fulminato
Marte, Saettato in mezzo al seno
Venere, Trafitta Citarea Dal Dio più vittorioso
Venere, Che nel ferire ha suo bersaglio un core.
Venere, Fra quell'armi che spargono sangue
Marte, Sì bella sì più delle fiamme e spade
Marte, Da tuoi begl'occhi
Quest'alma adora
Venere, Se adorata son io
Venere-Marte, Amato mio core/Gradito mio ben
Trascrizione del testo poetico
[Venere]
Gran Dio delle battaglie
Il cieco nume il faretrato arciero
L’arco focoso ha nel tuo ciglio nero
E sì nell’alma mia scocca il suo dardo
Che saettata al core
La piaga adoro e m’è nemico Amore.
Bellezza tua vaga
Il seno m’impiaga
E al core è gradita
Sì dolce ferita
Suo sguardo lucente
E’ dardo pungente
E’ stral sì sereno
E’ caro al mio seno.
Ferisci pur che sì piagata io godo
Prigioniera d’un crine in sì bel nodo.
[Marte]
Dal folgorar del tuo sembiante vago
Incenerito è Marte e più ch’in campo
Non fan gl’archi guerrieri
Vibran saette i tuoi bei lumi arcieri
Delle vittorie il Dio ben si dà vinto
Da un pargoletto nume
Hor che da’ tuoi bei raggi ha il core estinto.
Son Solomeo fulminato
E’l tuo sguardo il Giove fu
Prigionier d’un crine aurato
Dolce al cor la servitù.
Saettato in mezzo al seno
Fu da tua vaga beltà
E quel volto tuo sereno
M’involò la libertà.
[Venere]
Trafitta Citarea
Dal Dio più vittorioso
Adora il colpo e porta il dardo ascoso
E sì dolce e sì cara è sua ferita
Che nel mirarti solo
Ama ne gl’occhi tuoi gl’astri del Polo.
Del saettar nell’arte
Vede sì ben
Ah benché è cieco Amore.
Che nel ferire ha suo bersaglio un core.
Fra quell’armi che spargono sangue
E’ lo strale d’amor più pungente
Amator porta l’anima esangue
A un colpo d’un volto lucente
[Marte]
Sì bella sì più delle fiamme e spade
Dei fulmini guerrieri
Con sì fulgide nevi
Incenerisce il seno tuo adorato
E se taci se parli o pur se guardi
Nel labro hai l’arco e ne bei lumi i dardi.
Aria
Da tuoi begl’occhi
Saette scocchi
Con crudeltà
Né mi vuo sciolto
Il tuo bel volto
In libertà
Quest’alma adora
E m’innamora
Quel tuo bel crin
Mi dono reso
All’arco teso
Del dio bambin.
[Venere]
Se adorata son io
Mio ben solo tu sei l’idolo mio
e mentre adoratrice
Ho gl’occhi miei nel tuo sembiante immoti
D’un’alma ch’idolatra ascolta i voti.
Amato mio core/Gradito mio ben
Contento maggiore
Piacer più seren
Goder non si può
Che stringersi al sen
Quel sol che s’adora
Quel ben ch’innamora
Lo stral ch’impiagò.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione 15322.5
Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni