Scheda n. 6984

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1675

Titolo

Là dove all’Adria in seno / Ludovico Vatio

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Vatio, Ludovico

Fa parte di

Pubblicazione

[Venezia : copia, 1675]

Descrizione fisica

1 partitura (pp. 51-57) ; 220x290 mm

Filigrana

Note

L’inizio della cantata è caratterizzato da un letterone decorato; è presente sia una cartulazione (25-28) sia una paginazione (51-[58]); pagina 58 è priva di notazione; la datazione del manoscritto è suggerita da Wotquenne (cfr. Repertori bibliografici); la provenienza veneziana del manoscritto è desunta dalla presenza della filigrana con tre lune crescenti e dal riferimento al fiume Adria nel primo verso del testo poetico.

Titolo uniforme

Là dove all’Adria in seno. Cantata, Amor stravagante

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Là dove all’Adria in seno
2.1: (aria, re maggiore, c)
Cieco Dio tarpa le piume
3.1: (recitativo, c)
Moro ma senz’amore
4.1: (aria, sol maggiore, 12/8)
Astri fieri
5.1: (recitativo, c)
Disperato in tal guisa

Trascrizione del testo poetico

Là dove all’Adria in seno
Form’ a se stessa Teti
Arenoso riparo
Il nemico d’Amor giacea Fileno,
Di Clori naufragante espresso il caso
Leggea non senza duol ne’ fogli; quando
Il preludio d’amor, la compassione,
Sforzò il duro suo cor con pene atroci
Ad esprimer tai voci:
«Clori misera Clori, ed è pur vero,
Che compatirti deggio
Ti compatisco sì perché sei morta,
E perché morta sei ti voglio amare
Oh estinto mio bel foco in grembo al mare.

Cieco Dio tarpa le piume,
Perch’un Nume
Bell’oggetto è degl’ardori.
Solo è Clori
La cagion del mio martoro
Per cui moro.

Moro ma senz’amore,
Che causa di mia morte è il mio dolore.
O pur se con amor deggio morire
La cagion del morir è il compatire.
Elemento crudele
O rendimi ‘l mio bene o a lei mi porta
Perché unito al suo core
Mora col mio morir pietade e amore.

Astri fieri
Perché sì severi
Voi sete con me?
Oh non v’è tra voi pietade,
Oh che sol la crudeltade
Luminosi vi rendè.
Astri fieri
Perché sì severi
Voi sete con me?»

Disperato in tal guisa
Bestemmiava le stelle
Che per farsi più crude
L’estinta Clori a lui mostrar sul Lido,
E mentr’ ad abbracciarla ei s’accingea
Gli la rapì velocità de flutti.
Onde languido esangue
Seguì la bella sua con la sua morte.
Quindi pensier impara
Ad uccider amor quando ch’è in fasce
Perch’è gigante ancora all’or che nasce.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

B-Bc - Bruxelles - Conservatoire Royal, Bibliothèque
collocazione 690.10

Scheda a cura di Giulia Giovani
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