Scheda n. 6934

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1700 e il 1710

Titolo

La cetra d’Apollo [...] Carlo Grossi Musico Maestro della Serenissima Repub. di Venezia

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Grossi, Carlo (1634-1688)
dedicatario: Leopoldo I d'Asburgo (1640-1705)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 109r-114v

Filigrana

Non rilevata

Note

Dedica: alla Sacra Augustissima Cesarea Maestà di Leopoldo Primo Imperatore de Romani, il pio, il giusto, il clementissimo Re Della Germania, Ungharia, Boemia, etc. Duca Della Borgogna, Stiria, Carinthia, Carniola, Wittemberga. - Sul front. in basso a destra: Op.6: In Venetia. - Il front. (c. non pentagrammata 109r) copiato con omissioni da La cetra d’Apollo, ed. stampa, Venezia 1673 ; si riferisce alle successive 6 cantate dell’op. 6 di C. Grossi (cc. 110r-123v), copiate nello stesso ordine in cui compaiono dell’edizione a stampa; la quarta Fugg’amore ognun che vuole e la quinta Oda il pianto di Clorilla incomplete – Copista identificato da KummerlingB 1970 come copista Öd.; filigrana I Villedary e stemma di Amsterdam. - In testa alla composizione: “Cantata”. – Omesso dal copista il verso Per distanza di loco e sostituito dalla ripetizione del verso successivo Per cangiar di fortuna, mentre la musica rimane inalterata rispetto a quella della stampa 1673.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Sirch 1999: N.5.1, p.99-100

Descrizione analitica

1.1: (arioso, sol maggiore, c)
S, Al rimbombo guerriero
%C-1@c =2/'4-8'GG'4G'8GG/4{'8.G '16A} 4{'16G'16A'16G'16A}
2.1: (recitativo, c)
S, Onde a pena impetrò
3.1: (arioso, 3/2)
S, Dove ten vai fuggitivo
4.1: (aria, sol maggiore, 3/2)
S, S'hai vago sentire
5.1: (recitativo, c)
S, Così Filli tentava arrestar
6.1: (aria, sol maggiore, c)
S, Vanne mio cor sì
7.1: (aria, sol maggiore, 6/4)
S, I fiati temprati
8.1: (arioso, c)
S, Ma se lo vuoi propizio
9.1: (aria, sol maggiore, c)
S, Ma se lo vuoi propizio
10.1: (aria, do maggiore, c)
S, Tutte l'acque d'Anfitrite
11.1: (arioso, sol maggiore, c)
S, Quindi sovra gl'altari

Trascrizione del testo poetico

Al rimbombo guerriero
D’una tromba Pangea perché Bellona
Le riponghi sul crin lauri di pindo,
Per l’ondoso sentiro [sic],
Il giovinetto e nobile Filindo
Ver le Cidonie arene
Su le Venete prore il corso affretta.
Né lo aresta o lo tiene
Il dolce supplicar
De la diletta Fili
Che vedeva partire
Col suo bene adorato
Del cor inamorato
La parte più vital senza morire.

Onde a pena impetrò da suoi lamenti
Questi flebili accenti
Per arrestar quel piede,
Per trattener quel core
Che con laccio di fede
Era già fatto prigionier d’amore
Per far ch’ei non partisse
Portò l’alma sul labbro e così disse:

Dove, dove ten vai
Fugitivo mio ben
Lungi da questo sen.

S’hai vago desire
Di palme guerriere
Da me non partire
Ricevi la palma
Che vint’al martire
Ti porge quest’alma.

Così Filli tentava
Arrestar il camino al suo bel sole
Che per l’Egeo fremente
Mentr’a lei tramontava
Volea portarsi al luminoso Oriente.
Ma poscia riflettendo
Ch’egli seguiva de la fortuna il corso
Richiamando in soccorso
De suoi lubrici affetti il cor costante
Generosa ed amante
Perché mai non poteva
Temer ch’il suo Filindo
Per cangiar di fortuna o di destino
Cangiasse i caldi affetti
Intepidisse il foco
Le concesse il partir con questi detti:

Vanne mio cor sì sì
Lascia il tuo patrio suol
Porta lunghi [sic] di qui
L’anima mia su le tue vele a vol.

I fiati temprati
Non crudi o furenti
Prestino i venti
E l’onde seconde
Pacifiche e quiete
Ti bacin l’abete
Rubella procella
Già mai non scovolga [sic]
Quel mar che t’accolga.

Ma se lo vuoi propizio a tuoi desiri
Ramentati del mar de miei martiri.

Spettator lagrimoso
Il garzon legiadretto,
Fra ridente e doglioso
Desiava partir e non voleva.
Ma per giurargli eternità d’affetto
In soave armonia così dicetta [sic]:

Tutte l’acque d’anfitrite
Non potranno intepidir
Quelle fiamme a me gradite
Onde godo incenerir.
La fe’ che giurò
Quest’alma fedel
Cangiarmi non può
Destino crudel
Perché voi che m’ardete
O luci belle sete
Del mi voler destino e stelle.

Quindi sovra gl’altari
De numi più veraci
Rinovò le promesse i giuramenti
E su l’ali de baci
Lasciò volar fra quelle labra il core
Per ostaggio di fede
Che non riscatterà fin che non riede.
E fra teneri amplessi
Si diero entrambi il doloroso addio.
Un pastorel gl’udio
Che questi carmi stessi
Su le corteccie entro le selve incise
Perché da istoria dolorosa e vera
Apprendino gl’amanti
Che di tutte le pene
Quella de la partenza è la più fiera.

Paese

Germania

Lingua

Italiano

Segnatura

D-Bsb - Berlin - Staatsbibliothek zu Berlin Preussischer Kulturbesitz
collocazione Mus.ms.30182.42

Scheda a cura di Licia Sirch e Ivano Bettin
Ultima modifica: