Tipo record
Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Legami a persone
Fa parte di
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
Tit. dall’intitolazione a c. 177r; cartulazione coeva: 176-182; per l’attribuzione ad Astorga cfr. Ladd, p. 234, n. 19.
Titolo uniforme
Organico
Repertori bibliografici
Descrizione analitica
S, Bella madre d’erbe e fiori
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S, O nume, o biondo nume tu che cinti
S, Nice mia bella quando partì
S, Ah, non è ver che lontananza sani
S, Io lo so che se’l destino
Trascrizione del testo poetico
Bella madre d’erbe e fiori
Deh, ritorna o primavera
E conduci a me l’mio bene
Fa ch’io vegga quell’arciera
Dal cui sguardo venne il dardo
Che piagommi il cor e l’sen.
O nume, o biondo nume tu che cinti
Di vago aureo splendore
Pe sentieri del cielo il dì conduci
Sferza più dell’usato i tuoi destrieri
Sì che men lunghi fian li giorni e l’ore
Così le vaghe luci
Men tardi io rivedrò di lei che adoro
Di lei che il mio tesoro
E del mio core e la speme gradita
Senza di cui mi sembra
Un continuo morir l’istessa vita.
Nice mia bella quando partì
Tutto il mio bene seco portò.
La pastorella che mi ferì
Affanni e pene sol mio lasciò.
Ah, non è ver che lontananza sani
Le ferite d’amore
Che se pur soffre un core
Quando lungi è colei
Che il duol può mitigar della sua piaga
O col riso del labro o con un guardo
Dela pupilla vaga
Quando più soffrirà l’anima amante
Quando il suo caro bene
Da lei volge le piante
E non ha chi dà pace il suo dolore
Ah, non è ver che lontananza sani
Le ferite d’amore.
Io lo so che se’l destino
Il mio ben non fa che torni
Tutti i giorni infelice viverò.
Quando stava a lui vicino
Non conobbi mai tormento
Or io sento che lontan da lui mi sto.
Paese
Lingua
Segnatura
fondo Baini
collocazione Ms. 2248.20
Scheda a cura di Giacomo Sciommeri