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Titolo uniforme
Trascrizione del testo poetico
Chiuda il labro bugiardo
A l’inventate fole
Colui, che afferma e vuole,
Che parzial sia di Cupido il dardo;
Chi di tal colpa reo
Un arcier così giusto accusa e danna,
Ne le menzogne sue quanto s’inganna.
Vibra a la cieca amor le sue saette,
Ed un’uguale arsura i cori accende,
E mentre l’arco tende
Non vede quel, che fa,
E non usa in ferir parzialità;
Rende tal’or’amante
D’un aspetto deforme
Un divino sembiante,
Ch’han vario il volto e il voler conforme;
Onde ardendo ambiduo d’un foco istesso
Si vede a tutte l’ore
Ch’ogni disuguaglianza uguaglia amore.
Pur timido ognora
Un ch’ama e adora
Insigne beltà
Stima l’affetto suo temerità.
Ha l’alma assai vile
Chi teme i rigori
Di dama gentile,
E il Nume de’ cori
Incolpa d’ingiusto;
Fa ogni cor d’ugual gioia amor onusto.
Pur la triforme Dea, suora del sole,
Che nel più fosco orrore
Illustra il ciel con argentato raggio,
Amando un vil pastore
Fè piu volte passaggio
Da la magion celeste
Di Latmo a le foreste;
E non curò giammai,
Sol per godere Endimione amato
Lasciar le stelle e pernottar sul prato.
Con affetto assai più strano
Accopiò l’arcier garzone
Con Proserpina Plutone,
E con Venere Vulcano.
A le Ninfe ancor graditi
Fur de’ Satiri gli amplessi,
Ne tal’or de’ Fauni stessi
Ricusaro i sozzi inviti.
Su dunque costanti
Negli ardui cimenti
Rendetevi amanti,
Ne sia chi paventi.
Per nobile Oggetto
S’avvien, che peniate,
Dal dio pargoletto
Conforto sperate
Al vostro dolore;
Ch’ogni disuguaglianza uguaglia amore.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione ARCA VII 24.64
Scheda a cura di Nadia Amendola