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Titolo uniforme
Trascrizione del testo poetico
Che novità son queste?
Nel ciel di due pupille
Sparge il sol le faville,
E vi accampa la notte ombre funeste?
Che novità son queste?
Con strani costumi
La notte, che ardita
Alberga in due lumi
Col sol si marita?
Il sol, che lucente
Nel cielo lampeggia,
Or mesto e languente
Tra l’ombre passeggia
Con orrida veste?
Che novità son queste?
Ah son ben’io perché
Il rettor de la luce ama gli orrori;
Ei con accesa fè
Per Dafne in sen nudria cocenti ardori,
Ed ella ognor fugace
Schernia del sol la face,
E per fuggir gli amplessi
Del luminoso amante,
In allor verdeggiante
Cangiò le membra alpine,
Ond’ei tosto ne cinse il biondo crine,
Ed ora in nero ammanto
A le sue luci spente
Celebra i funerali il sol dolente.
Ma in qual vana follia mio cor trabocchi?
Torna, torna in te stesso,
Che il nero di quegli occhi
È di soverchio ardore effetto espresso,
Pur nell’arabo suolo,
O nel lido africano
Dove in basso emisfero
Vibra dardi di foco il biondo arciero,
Perché tocchi del sole il carro d’oro,
Ha nero il corpo suo l’Etiope e ‘l Moro.
Suole artefice industre
Per far più campeggir gemma lucente,
All’or, che l’imprigiona in aureo anello,
Con mano diligente
Di smalto ricoprir l’oro più bello;
Cosi perché risplenda assai più chiara
Di quegli occhi la luce,
Ch’a l’apollineo duce i raggi oscura
Di nero smalto l’adorno natura.
Quelle brune pupillette
Che soggette
Tengon l’alme in servitù,
Son due stelle
Nere sì, ma tanto belle
Che altrettanto in ciel non fu,
In mirarle,
E in contemplarle
Ogni core
Ne l’ardore
Si consuma a poco, a poco;
Sembran carboni estinti e son di foco.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione ARCA VII 24.52
Scheda a cura di Nadia Amendola