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Legami a persone
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Redazione
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Titolo uniforme
Organico
Repertori bibliografici
Descrizione analitica
Dall’eolie caverne scatenati
Cieli voi se pur d’Amore
Acque voi se pur ricetto
Dunque per mio dolor non son bastanti
Giove tu s’hai già provato
Borea tu d’Oritia bella
Ma con chi parlo ahimè chi mi risponde?
Me infelice all’incendio d’Amore
Già la face di là mi fa segno
Venti, mar, tuoni piogge io stimo poco
Così diss’e tra l’ond’ei si buttò
L’urn’a un fido Amatore aprì fortuna
Trascrizione del testo poetico
Dall’eolie caverne scatenati
Aquilon e Borea e Coro
S’azzuffavano irati
E di furore armati
Urtavansi fra loro et al rimbombo
Al fragor di quel pugnare
Strideva l’aria e mormorava il mare
Quando dell’Hellesponto in su l’arene
L’infelice Leandro
Numerando sue pene
Che notando solea dall’onde salse
Far nel mare d’Amor dolce tragitto
Fra due tempeste afflitto
E del coe e del mare
Mentre sconvolto il mar il ciel vedea
Volto al mar volto al ciel così dicea:
Cieli voi se pur d’Amore
All’impero soggiacete.
Più tempeste ah non movete
Che pur troppo’io l’ho nel core
2.a
Acque voi se pur ricetto
Di Cupido al foco date
L’ire i fremiti fermate
Che maggiori io l’ho nel petto.
Dunque per mio dolor non son bastanti
E venti de’ sospir l’acque de’ pianti.
Giove tu s’hai già provato
L’amorosa crudeltà
Ferma arresta il braccio irato
Non tonare ahi per pietà.
2.a
Borea tu d’Oritia bella
Se il fulgor schiavo ti fé
Frena cessa la porcella
Non soffiare ahi per mercè.
Ma con chi parlo ahimè chi mi risponde?
Tuona il ciel soffia il vento e fremon l’onde.
Me infelice all’incendio d’Amore
Che strugge il mio core
Resister non so.
Priva d’Hero quest’alma smarrita
Restare più in vita
Non deve né può.
Già la face di là mi fa segno
De venti lo sdegno
Stimar non vo’ più
Per godere la luce adorata
Tempest’adirata
Si sprezzi su su.
Venti, mar, tuoni piogge io stimo poco
Tra quest’acque a temprar corra il mio fuoco.
Così diss’e tra l’ond’ei si buttò
Ma da mobili monti
Il misero assalito
Provò che giamai puote un disperato
Cozzar coi monti e contrastar col fato.
E nel medemo [sic] luogo
Ove d’Amor la madre hebbe la cuna.
L’urn’a un fido Amatore aprì fortuna.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione Cantate 50 olim 33.5.38 deinde Arie 63.12
Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni