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Legami a persone
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Note
Titolo uniforme
Bibliografia
Trascrizione del testo poetico
Nell’atlantica Dori
Precipita i destrieri o biondo arciero,
Che infra i notturni orrori
Un più bel sol di te vedere io spero;
fa, che d’Eto e Pirôo l’aurate lune
In veloci carriere
Percotendo le sfere
Partoriscan faville al ciel d’intorno,
E per sollecitar le mie fortune
Non ti caglia accorciar l’ore del giorno;
Smorza ne l’onde ibere i raggi ardenti,
Che il tuo chiaro splendore
A l’afflitto mio core
Invece di scemar cresce i tormenti;
Parti, deh parti omai,
Son troppo importuni oggi i tuoi rai.
Tenebre amate
Con atre bende
Gli occhi ammantate
Del Sol che splende.
Ombre gradite
Con fosco velo
Deh ricoprite
I rai del cielo.
Ma sorda a prieghi miei
L’oscura Dea de’ tenebrosi orrori
Di stellati trofei
Ancor non rende il negro manto adorno:
Onde per far eterni i miei dolori
Veggio a miei danni immortalarsi il giorno;
Quindi mentr’io pareggio
Co’ i momenti, che conto e non han fine,
Le stelle, che nel ciel splender non veggio;
Per infausta cagion di mie rovine
In indugi sì duri
Comanda il cieco Dio, ch’io le rimiri;
Anzi vogliono ancor, ch’io le misuri
Col compasso del duolo, i miei martiri;
L’egro mio core intanto
In si lunghe dimore,
Per mirar la beltà per cui si more,
L’ombre notturne invan sospira e chiama
Giungon tardi le gioie a chi le brama.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione ARCA VII 24.21
Scheda a cura di Nadia Amendola