Scheda n. 6572

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo per musica a stampa

Data

Data certa, 1674

Titolo

Eco consigliera amorosa

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Monesio, Pietro Giovanni (?-1684)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

Parte prima, p. 53-56

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Oltraggiato, schernito. Forma non specificata, Eco consigliera amorosa

Trascrizione del testo poetico

Oltraggiato, schernito,
Disprezzato, tradito,
Vilipeso e negletto
Da tiranna Beltà,
Che a l’amoroso foco io dia ricetto
Mai più non s’udirà;
Dai legami d’amore
Sprigiono il piede e ne trionfa il core.

Se versando amari pianti
Dal mio ciglio lagrimoso
Gli smeraldi verdeggianti
Imperlai del suolo erboso;
Or che lungi amor volò
Più non peno, più non piango,
E del crin, che mi legò
Sciolgo il nodo, e’l laccio infrango;
Più non temo lo stral del cieco Dio:
Libertà, libertà grida il cor mio,
Che di più sospirar l’alma non brama.
Eco. Ama.

Con lusinghiere note
Chi di mie voci estreme
Il suono ripercote?
Sei tu forse la bella
Dal garzon fuggitivo,
Folle amator d’un rivo,
Aborrita donzella,
Che resa per amor sasso loquace
A riaccendere al sen l’estinta face
Or mi esorti così?
Eco. Sì.

Cara Ninfa gentile, Eco vezzosa,
Consigliera amorosa,
Dimmi, dimmi in qual modo
De le rotte catene
Io raggroppar potrò l’infranto nodo?
E se morì a le pene,
Come lecito sia,
Che rediviva or sia
Agli affanni d’amor l’alma infelice.
Eco. Lice.

Chi riede a i primi affetti
Di bellezza infedel, che il vilipese
Degno si rende di maggiori offese;
Quindi non sia mai vero,
Ch’io più ritorni a idolatrare i rai
Di quell’empia, che amai,
Al cui barbaro impero
Il cor con gusto sdegno or si ribella.
Eco. Bella.
È bella, ma superba
Ch’ài più fidi amatori
Amor, fede e pietà giammai non serba;

È un Nume spietato
Che incensi non cura;
È un scoglio animato,
Ch’al pianto s’indura;
Ond’io di rigore
Armando il mio core
A chi fummi infedel farò incostante.
Eco. Costante.

Mentre senza mercè s’ama e s’adora
Una bellezza ria
La costanza in amor sembra follia,
Ma se d’aver mia fe’ sempre schernita
Filli resa pentita,
Poi con gioie più certe
Fia, che un dì ricompensi
Le mie doglie sofferte;
Con costante fermezza
Ad amar sua bellezza
Forse il cor tornerìa ratto e repente,
Eco. Pente.

Già che a me così prometti
Co’ tuoi detti;
Bella Ninfa al tuo consiglio
Io m’appiglio,
E ritorno in questo dì
Ad amar, chi mi tradì.

Da la tronca tua favella,
Che da un sasso rimbombò
Il mio core oggi imparò
Ad amar donna rubella,
Che di marmo amor formò,
Cruda più, quanto più bella;
Ond’io l’alma di sdegno or più non armo;
Un sasso sol può far, che adori un marmo.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rv - Roma - Biblioteca Vallicelliana
collocazione ARCA VII 24.18

Scheda a cura di Nadia Amendola
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