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Legami a persone
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Redazione
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Titolo uniforme
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Descrizione analitica
Grazie agli dei che al fine punger d'amor più non mi sento
Più non odo entro il mio core
Oh fortunati giorni
Ancorché fiera sia la tempesta
Trascrizione del testo poetico
Grazie agli Dei che al fine
Punger d’amor più non mi sento i dardi
Che il povero mio cor qual fitte spine
Al scintillar di due vezzosi sguardi
Sin or teneano oppresso
Non conosco me stesso
Qual ora ripenso le passate cose
Quelle pene amorose
Che del vivere mio turbavan l’ore
Svanito a un tratto e sciolta
D’ogni ingannoso velo
Libera regge de miei sensi il freno
La Maestra ragion e l’intelletto
Giudica spoglio d’ogni cieco affetto.
Più non odo entro il mio core
Risonar cupi lamenti
Né più sono i pentimenti
Frutto amaro del goder.
Solo pace l’alma spira
Or che libera si mira
Né più il livido sospetto
Turbar osa il mio pensier.
Oh fortunati giorni ore tranquille!
Che all’agitato core
Rendete alfin la desiata calma
Onde la mortal salma
Non più di pena o impedimento appare
Del mio voler nel procelloso mare
Franger ne ciechi scogli
Non temo io già né di circe lusinghe
Più deluso restar or che si è resa
Nocchiera la ragion senza contesa.
Ancorché fiera
Sia la tempesta
Perciò non resta
La conduttiera
Di navigar.
Al polo il legno
Volge sicura
Passa e non cura
Del ciel lo sdegno
L’ira del mar.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione 34.6.1.17
Scheda a cura di Chiara Cotugno