Scheda n. 6532

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1650-1690

Titolo

Del S. Abb. D. Horatio Ant.o Faggilla / Sentitemi sentite

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Fagilla Orazio Antonio (fine XVII secolo)

Fa parte di

Pubblicazione

s.l. : copia, 1650-1690]

Descrizione fisica

C. 15-21v

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Sentitemi sentite o dell’Abisso habitator penanti
2.1: (aria cavata, mi minore, 3/2)
Scorgete omai scorgete
3.1: (aria, mi minore, c6/8)
Infida stella al mio gioir
4.1: (arioso, c)
Dove mi volgo e giro
5.1: (aria cavata, 3/2)
O ch’io goda o ch’io peni
6.1: (aria, si minore, c)
Che t’aggiri in fier martire
7.1: (aria, 6/8)
Ma l’alma che provi
8.1: (aria cavata, c-3/2)
Dite dite non è non è portento
9.1: (arioso, c)
Giove Giove il tonante
10.1: (aria, si minore, c)
La mancanza di quel bene
11.1: (recitativo, c)
Così dicea l’instabile

Trascrizione del testo poetico

Sentitemi sentite
O dell’Abisso habitator penanti
E nell’amare stille
Dell’ampio mar de miei penosi pianti
Scorgete omai scorgete
Il numero fatal de’ miei tormenti
E diano al vostro mal dolce ristoro
Il mio duolo i martori.

Infida stella
Al mio gioir
Sempre rubella
Mi dà martir.
S’un volto amabile
Mi dà tormento
Se dissamabile
Morir mi sento.

Dove mi volgo e giro
Il mio penar il mio dolor rimiro
O sia beltade humile
O sia beltade altera
O sia dolce o severa
Fo quest’alma servile.

O ch’io goda o ch’io peni
Forz’è nel lagrimar l’orecchio meni.

Che t’aggiri in fier martire
Ission non è stupore
Sei dannato a un cieco ardore
A penar senza morire.

Ma l’alma che provi
Nel ciel di bellezze
Continue amarezze.
Dite dite non è non è portento
Non v’è pena maggior del mio tormento.

Giove Giove il tonante
Vi destin’alle fiamme
Io dannat’in eterno
Formo per mio destino
Del mio volere a questo cor l’inferno.

La mancanza di quel bene
Che non viene
Fa più grave il vostro foco
Ma quel ben che mai vien meno
È veleno
Che mi strugge a poco a poco.
Anime tormentate
Il mio duol compatite
Se mi lagno a raggion ditelo dite.

Così dicea l’instabile
E impietosito al suo dolore il vento
Portò sin nell’Abisso il suo lamento.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione Cantate 50 olim 33.5.38 deinde Arie 63.3

Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni
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