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Qual bellezza divina
Quel bel sol ch'ora m'abbaglia
e forza è ben che incenerito io pera
Balenando occhi guerrieri
E già il lor splendor m'abbatte e vince
Se non ho per difesa occhi di lince
Della beltà che scherno più nobile struttura
Occhi cari esemplari del Ciel
Puppillette saette d'Amor
Voi che volgete alla città di Marte
Del fiume latino arene beate
Di vostra fortuna
Reso ancora infelice odo lagnarsi il mare
Trascrizione del testo poetico
Qual bellezza divina
Provoca luminoso il guardo e il core
Ed immenso stupore
Adorata ruina
Diviene in un balen de sensi miei
Soccorretemi o dei
Che de suoi lumi il folgorante raggio
Gli occhi m’offusca e semivivo io caggio.
Quel bel sol ch’ora m’abbaglia
Con falangi di scintille
A mie deboli pupille
Move fulgida battaglia
E forza è ben ch’incenerito io pera
Se il guardo a me non presta aquila altera.
Balenando occhi guerrieri
Con esercito di luce
Di cui scorgo Amor ch’è duce
Dan l’assalto a’ miei pensieri
E già il loro splendor m’abbatte e vince
Se non ho per difesa occhi di lince.
Della beltà che scerno
Più nobil strottura
Mai non formò la man di fabro eterno
A Febo il suo bel volto I raggi oscura
E quanto ha il ciel di bello il gran tonante
Tutto con ammirabil simmetria
Studiò d’epilogar nel suo sembiante
O resisti se puoi anima mia.
Occhi cari esemplari del Ciel
Quel tormento ch’io per voi sento
E’ ristoro dell’alma fedel.
Puppillette saette d’Amor
Le ferite ch’in sen m’aprite
Son delitie del fido mio cor.
Voi che volgete alla città di Marte
Per mercar meraviglie avidi I passi
I prodigi dell’arte
Sorger potrette in quei scolpiti sassi
Ma raggirando il ciglio
All’Idolo ch’adoro il cor costante
Nel suo divin sembiante
Attoniti vedrete
Di natura I portenti e stupirete
Onde ogn’un ch’in lui tiene il guardo fiso
Dir potrà che di Roma
La maggior meraviglia è il suo bel viso.
Del fiume latino
Arene beate
Colmovvi il destino
Di gratie pregiate.
Di vostra fortuna
Il Gange si duole
Mentr’ebbe la cuna
In voi più bel sole.
Reso ancora infelice
Odo lagnarsi il mare
E mentre a lui più di vantar non lice
Con gloria singolare
Della dea degl’Amori il parto insigne
Ch’il Tebro ancor sa partorir Ciprigne.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione 670.4
Scheda a cura di Ludovico Peroni