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Legami a persone
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Descrizione analitica
Se rimiro il bel cinabro
Fide a beltà sì rara
Non so se più m'alletta
E se d'un fabro acheo
Se non mi credi
Trascrizione del testo poetico
Filli ben so che chiudi
Sotto fronte gentile
Due stelle arciere in luminosi sogli,
Veggio ch’il tuo bel volto
Di rose e gigli è un amoroso aprile
Che del suo crin disciolto
L’oro sottile e vago
Non invidia l’arene
Al Gange al lago.
Ma se snoda tal ora
La tua lingua gentil
Voce canora
La tua bellezza è tale
Ch’alla beltà del ciel si rende eguale.
Se rimiro il bel cinabro
Del tuo labbro, tosto l’alma
Amor m’inpiaga.
Ma se ascolto il dolce canto
È un incanto che raddoppia
Al cor la piaga.
Fide a beltà sì rara,
A sì vezzosi accenti,
Credo che il ratto volo
Fermar più volte innamorati i venti
Anzi ch’il fiato istesso
Mentre gl’occhi stellati in te disserra
Pensò che fosse il sol disceso in terra.
Non so se più m’alletta
E il sano più m’appaga
Il canto o la beltà
Di tue pupille.
Quello rapisce l’alma
Ma questa il cor m’inpiaga
Con dolce crudeltà,
Vezzosa Fille.
E se d’un fabro acheo
La sonora maggìa
Con attonite pietre
Cinse di Tebe le famose mura,
Tu non le cedi il vanto
Che rende il tuo bel canto
I preggi tuoi maggiori,
Quella i sassi trhae,
Tu l’alme e i cori.
Se non mi credi
Mirati in seno
E mi vedrai
Languir, qual core
Che dal mio petto
Rapisti a me.
Se lo feristi,
Se l’infiammasti,
Almen pietosa
A lui prepara
Qualche ristoro,
Qualche mercé.
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fondo Noseda
collocazione L.16.9.1/14.10
Scheda a cura di Simona Di Martino