Tipo record
Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Legami a persone
Fa parte di
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
La cantata apparteneva a Gaetano Tedeschi, come specificato dall’ex libris a carta 4v, divenne poi parte della collezione di Giuseppe Sigismondo che fu acquisita dalla biblioteca del Conservatorio nel 1827.
Titolo uniforme
Organico
Repertori bibliografici
Descrizione analitica
Del faretrato nume amor tiranno
Ninfe belle ch'il sen v'infiorate
Sì sì quel giglio ameno
Per tradir le semplicette
Trascrizione del testo poetico
Del faretrato Nume, amor tiranno,
Chi vidde mai più insidioso inganno?
Per far preda dell’alme
E tradire l’incaute pastorelle
Che in questo prato adorno
Colgono i fior senza temer periglio,
Cangiar le sue sembianze
In vago e puro giglio,
Esser poi da quelle
Poste nel sen senza mirare il danno.
Chi vidde mai più insidioso inganno?
Ninfe belle ch’il sen v’infiorate
Di raccoglier guardate
Quel ch’a voi sembra candido fior.
Sotto spoglie di giglio odoroso
Sta nascoso il tiranno de’ cuor.
Sì, sì quel giglio ameno
Che con le foglie intatte
Imitando del latte
L’innocente candore
Rapisce a voi gli sguardi,
E quegli e quegli amore.
Ah! Per quanto v’è cara
Del vostro cor la pace,
Ah no, non lo toccate
Anzi volgendo altrove
Col passo ancora i lumi
Nemmen di rimirarlo vi fidate
Che tal veleno ognor quell’empio spira
Che pote avvelenar chiunque il mira.
Per tradir le semplicette
Vezzosette pastorelle
Spesso veste il nume alato
D’innocenza il bel candor.
Ma se quelle per diletto
Dentro al sen gli dan ricetto
Tosto sentonsi impiagato
Di mortal ferita il cor.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione Cantate 261 (=34.5.10).1
Scheda a cura di Giulia Giovani