Scheda n. 5825

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1640-1670

Titolo

All’hor ch’alto più ferve

Presentazione

Partitura

Legami a persone

copista: Chiusi, Antonio

Fa parte di

Pubblicazione

[Roma : copia di Antonio Chiusi, 1640-1670]

Descrizione fisica

C. 104r-111v (olim: 101r-108v)

Filigrana

Non rilevata

Note

Tit. dall’incipit testuale; per il nome del copista v. Bibliografia

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo-arioso, la minore, C)
S, All’hor c’alto più ferve
%C-1@C 8-E4A''C8CD/4EE-8EE/
2.1: (arietta, C)
S, Più soffrir mio cor non sa
%C-1@C 2-8{AB}{''xC'A}/''4.D8D4E{6EF8G}/
2.2: (arietta, C)
S, E pur degno di mercé
%c-1@C 2-{8xFG}{AB}/{GF}{ED}{EF}{GA}/
2.3: (arietta, C)
S, Chi penando ogn'hor soffrì
%C-1@C 4AA.A{6B''C}/4D8DD{'BA}{GA}/
2.4: (arietta, C)
S, Ma io lasso mi morrò
%C-1@C 2-4AA/{8B''C}4DD{8C6DE}/
3: (recitativo-arioso, C)
S, Seguir volea il pastorel dolente
%C-1@C 8-BBB4''DD/8-'GGG4.G8xF/

Trascrizione del testo poetico

All’hor c’alto più ferve
Il gran Re de’ pianeti
Lillo pastor amante
Senza sperar dell’amor suo mercede
Sotto l’ombra di platani e d’abeti
Al mormorar dell’onde
Con pietose querele
D’una ninfa crudele
Fe’ palese i rigori e la sua ede
E in così mesti accenti
Sospirando fe’ noti i suoi tormenti.

Aria P.a. P.e.
Più soffrir mio cor non sa
Cruda Filli un tanto ardore
A chi langue a chi si more
Bensì deve haver pietà.

2.a
E pur degno di mercé
Chi nel mar del suo tormento
Disperando ogni contento
Ha per calma la sua fe’.

3.a
Chi penando ogn’hor soffrì
Il dolor fatto costante
Divenuto fido amante
È ragion che goda un dì.

4.a
Ma io lasso mi morrò
Che vivendo senza spene
Fatto scopo delle pene
Per mercé la morte avrò.

Seguir volea il pastorel dolente
Ma dal dolore oppresso
Fu solo il varco al lagrimar concesso.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rc - Roma - Biblioteca Casanatense
fondo Baini
collocazione Ms. 2483.7

Scheda a cura di Giacomo Sciommeri
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