Scheda n. 5821

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1640-1670

Titolo

Del sig.r Luigi Rossi

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Rossi, Luigi (1597-1653)
autore del testo per musica: Corgna, Fabio della
copista: Chiusi, Antonio

Fa parte di

Pubblicazione

[Roma : copia di Antonio Chiusi, 1640-1670]

Descrizione fisica

C. 50r-67v (olim: 47r-64v)

Filigrana

Non rilevata

Note

Titolo dall’intitolazione a c. 50r; per il nome dell’autore del testo poetico v. "Repertori bibliografici"; per il nome del copista v. "Bibliografia". La cantata è costituita da 5 sezioni, ognuna delle quali inizia con un piccolo capolettera ed è conclusa da doppia barra; ogni sezione è formata da differenti parti musicali: le prime 4 sezioni si concludono con un refrain testuale e musicale che funge da aria cavata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (arioso, re minore, 3/2)
Con occhi belli e fieri
%C-1@3/2 2--’D/1D2E/.F
1.2: (recitativo, c)
Arda inimico fuoco
1.3: (refrain, 3/2)
Egli ha il ferro nel collo et io nel core
2.1: (recitativo, c)
Ahi come tanto ardire
2.2: (refrain, 3/2)
Egli ha il ferro nel collo et io nel core
3.1: (arietta, re minore, 3/2)
Se non muove il mio martire
3.2: (recitativo, c)
Io per lui vivo in amoroso ardore
3.3: (refrain, 3/2)
Egli ha il ferro nel collo et io nel core
4.1: (recitativo-arioso, c)
Ma tu barbaro reo nulla ti pieghi
4.2: (refrain, 3/2)
Egli ha il ferro nel collo et io nel core
5.1: (arietta, re minore, 3/2)
O virtù d’occhi tiranni
5.2: (recitativo-arioso, c)
Né mi dir che ti nega o ti contende
5.3: (recitativo-arioso, c)
Tacque e Amor con lieto viso
5.4: (aria cavata, re minore, 3/2)
Ogni disuguaglianza uguagli amore

Trascrizione del testo poetico

Con occhi belli e fieri
Colmi d’amore e d’ira
Sfogò il suo duol con queste note un dì
Ne la barbara Algieri
La turca Zelemì:

Arda inimico fuoco
L’infame poppa del vascello indegno
Che dall’Ausonio Regno
Predò quest’empio e a me lo diede in sorte
Servo che dà la morte
Prigionier ch’incatena il suo signore
Egli ha il ferro nel collo et io nel core.

Ahi come tanto ardire
Haver può nido in quello audace petto
Che a chi vive soggetto
Ricusi d’ubbidire?
Deh, ti sovvenga homai di tua fortuna
Ch’io qui veder non soglio
Servo di Tracia luna
Privo di libertà pieno d’orgoglio.
S’io di tua vita e morte hoggi ho l’impero
Dei voler quel ch’io voglio
Perché t’usurpi tu l’esser severo.
Ah, ch’io so la cagion del suo rigore:
Egli ha il ferro nel collo et io nel core.

Se non muove il mio martire
Quel tuo petto di metallo
Ad haver di mie pietà
Ad haver di me desire
Muova almen la mia beltà
La sua molle gioventù.
Io la fronte di cristallo
La mia chioma splende in oro
Del più fino che mai fu
Ho le guancie di corallo,
E con labra di rubini
Spiro cedri e gelsomini.

Io per lui vivo in amoroso ardore,
Egli ha il ferro nel collo et io nel core.

Ma tu barbaro reo nulla ti pieghi
Et io di Tarso invitto altera figlia
Lacrimosa rimiro
Di supplice beltà scherniti i pregi?
Olà, di mia famiglia
Venga il più forte a incrudelir nel fero
E con robusta mano
Dentro pesante ferro il piè gl’inchiodi
Poi di forte catena il nudo corpo
In mille parti annodi
Con indefessa lena
Lo flagelli sì forte
Ch’il barbaro crudel giunga alla morte
Anzi con ferro e foco
A lo schiavo perverso il viso segni.
Del mar poscia nei Regni
Sotto pesante remo a penar vada
Poi con ritrosa spada
Gli sia dal busto il capo reo diviso
E cada al fin lo scelerato ucciso.
Deh, ferma ohimè, deh, ferma o mio furore
Egli ha il ferro nel collo et io nel core.

O virtù d’occhi tiranni
Schiava son se schiavo sei
Deh, col fior de’ tuoi begl’anni
Godi il fior degl’anni miei.

Né mi dir che ti nega o ti contende
Il piegarti a mie voglie
Tuo patrio rito e la diversa legge
Amor ch’il tutto regge
Di nulla non s’offende
E ogni gran nodo scioglie.
Per te mia setta antica
Lascerò ch’esser buona
Non può se mi ti toglie.
Se lo comandi tu
Con risoluta mano
Arderò l’Alcorano
Né all’arabo Profeta io credo più.
Eccomi di tua fe’
E adora il nume tuo chi adorò te.

Tacque e Amor con lieto viso
Che volando il tutto udì
Disse all’hor con un sorriso:
Tanto duol finisca qui
Con lo stral che d’oro è pieno.
Nel bel seno
Il crudel garzon piagò,
Poi volando qual baleno
Verso lei così gridò:
Egli ha il ferro nel collo et io nel core,
Ogni disuguaglianza uguagli amore.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rc - Roma - Biblioteca Casanatense
fondo Baini
collocazione Ms. 2483.3

Scheda a cura di Giacomo Sciommeri
Ultima modifica: