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Tipo documento
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Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
Recitativo da Armida abbandonata (II,7), Napoli, Regio Teatro San Carlo, 1770; secondo il libretto della rappresentazione, il recitativo fu cantato da Anna De Amicis (Armida), Giuseppe Aprile (Rinaldo) e Gerlando Speciali (Dano); l’aria di Rinaldo introdotta a c. 227r ("Segue subito l’aria di Rinaldo Guarda chi lascio") e annunciata sul frontespizio ("Nell’Armida atto 2° aria 7° co rec.") è copiata nel manoscritto seguente, provvisto di frontespizio proprio; l’indicazione "Nell’Armida" sul frontespizio è di altra mano.
Titolo uniforme
Organico
Repertori bibliografici
Descrizione analitica
Io già ti lascio Armida
Trascrizione del testo poetico
[Rinaldo]
Io già ti lascio, Armida,
Va, cediamo alla sorte;
Rimanti in pace e come saggia alfine
consola il tuo dolor. Ah tu non sai
Com’io mi stia nel cor, quanto mi costi
Quest’eroica fortezza. Addio, non lice
A te meco venir, vivi felice.
[Armida]
Vivi felice: ingrato,
Perfido mentitore, e tu nascesti
Nell’Italo terreno? Ah non lo credo
Né te Sofia produsse, e non sei nato
Dell’Azio sangue tu. Barbaro infido.
Il Caucaso gelato, o qualche scoglio
Ti diè la vita, e nelle selve Ircane
Te una tigre allattò. Per quest’indegni
Un fulmine non v’è? De’ Numi in cielo
La giustizia che fa? Ma quali Numi
Io vo sognando? Ah che son nomi vani,
O non curan di noi. L’Inferno tutto
Svolgerò contro te. Vanne, ma pensa
Che nudo spirto ed ombra
Mi avrai sempre seguace e là fra l’armi
Godrò veder da mille colpi e mille
Passarti il core, e dalle aperte vene
Uscir l’anima rea. Presso a morire
Udirti spero ancora
Chiamarmi a nome e sarà tardi allora.
[Rinaldo]
Ah che l’oppresse il duol: ma, Dano, alfine
E’ crudeltà. [Dano] Debole a questo segno.
Non ti credeva. Io t’abbandono, addio.
[Rinaldo]
Ferma... no... va... che fiero caso è il mio.
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Paese
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Segnatura
collocazione 33.2.26.14
Scheda a cura di Giulia Giovani