Scheda n. 5649

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1640-1680

Titolo

Piangete aure piangete

Presentazione

Partitura

Legami a persone

autore del testo per musica: Benigni, Domenico (1596-1653)

Fa parte di

Pubblicazione

[Roma : copia, 1640-1680]

Descrizione fisica

C. 98v-103r (olim p. 194-203)

Filigrana

Non rilevata

Note

Tit. dall’incipit testuale; si tratta di un recitativo arioso inframmezzato dal refrain corrispondente al verso "Piangete aure piangete"; per il n. dell’autore del testo poetico v. Rep. bibliografici e Bibliografia.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (arioso, fa minore, c)
S, Piangete aure piangete
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Trascrizione del testo poetico

[P]iangete aure piangete
Ho perduto il mio bene
Coronato di raggi
De la sua luce adorno
Da queste [s]piagge amene
È partito quel sole
Ch’a le tenebre mie portava il giorno.
Oh dura sorte, oh Dio,
È partito il cor mio
È partita colei
Ch’era sol del mio sen dolce quiete
Piangete aure piangete.
Lacrimose d’intorno
Sciogliete il vostro volo
E pietose su l’ali
De miei caldi sospiri
Voi portat’il mio duolo,
Il mio affanno e i martiri,
E dove dorme amore
Desti almeno pietade il mio dolore.
Misero ma che chieggio
Ah, che troppo vaneggio,
Lungi da la mia vita
Aure dolci di speme
Non mi lusinghi più
Ne l’hore estreme.
Più non spero al mio mal
Hore tranquille e liete
Piangete aure piangete.

Verdi boschi frondosi
De le mie gioie un tempo
Amoroso tesoro
Qual nero manto et atro
Vostre glorie nasconde
Fatti misera scena
Qual di stella crudel luce tiranna
A penar mi condanna.
Già di vostr’herbe in seno
Vidi la cara e belle
Sospirata mia vita
E de begl’occhi ai lampi
Con sembiante sereno
Quasi lucido sole
Fece intorno spuntar rose e viole.
Or tetro or fosco
È fatto il bosco
E dov’io giro
Delle sventure mie sempre sospiro.

Fermate ohimè fermate
Non m’affliggete più
Crude stelle spietate.
Più di là su non piovano
Strali che movano
Fiera guerra a chi si more
D’un infelice è gran tormento amore.
Non no non tocc’a voi
Di trafigger un seno
Che ferito vien meno
In braccio ai dolor suoi,
Non no non tocc’a voi.
Lasciate pur lasciate
Ch’al mio dolor in preda
Privo d’ogni pietate
Altri morir mi veda
Tanto chieggio, e non più stelle spietate
Fermate ohimè fermate.
Nel mio martire uccidetemi pure
Pene, affanni, sciagure.
Che chi vede partire
La sua vita e non si more,
Ama poco o non ha core.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rc - Roma - Biblioteca Casanatense
fondo Baini
collocazione Ms. 2505.22

Scheda a cura di Giacomo Sciommeri
Ultima modifica: