Scheda n. 318

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1640-1660

Titolo

Ancor voi siate vive

Presentazione

Partitura

Fa parte di

[Arie e cantate] (n. 207/10)

Redazione

[Roma : copia, 1640-1660]

Descrizione fisica

C. 63r-74v

Filigrana

Non rilevata

Note

Iniziale ornata di fattura romana; in 3.1 indicato: 2.a. In RISM A/II erroneamente attribuita a Francesco Gasparini sulla base di una concordanza con una fonte in I Vnm, It.IV, 467. Ma questa attribuzione non è attendibile. 2.1 e 5.1 hanno la stessa musica.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo-arioso, c)
S, bc, Ancor voi siate vive
%C-1$xFD@c '8A''4.C8-EFD/4EE-8CE/'4B8BB''D'xGGA/
2.1: (refrain, la maggiore, 6/8)
S, bc, Fuggite fuggite
3.1: (aria strofica, re maggiore, 6/8)
S, bc, Non si creda ai finti vezzi
3.2: (aria strofica, re maggiore, 6/8)
S, bc, Vero è il male e finto il bene
4.1: (recitativo-arioso, la maggiore, c)
S, bc, O speranze fallaci
5.1: (refrain, la maggiore, 6/8)
S, bc, Venite venite

Trascrizione del testo poetico

Ancor voi siate vive
O del morto piacer figlie innocenti
Speranze fuggitive?
Voi siate vive ancora ancor pietose
Agitate il mio sen furie amorose?
Dite e che forse a preservar tornate
O ceneri animate
Quel foco esecutor de miei tormenti?
Semplici v’ingannate
Ch’un perpetuo rigor gl’incendi ha spenti?

E trionfante anch’io
Vint’ho una furia e superato un Dio.

Fuggite speranze
Speranze tradite
Speranze ingannate
Fuggite volate
Sparite di qui fuggite
Volate partite
Vorresti a miei danni
Celare gl’inganni
Di chi mi tradì
Ma il cor disperato
Schernito sdegnato
Non dice così.

Non si creda a’i finti vezzi
D’un bel volto che mentisce
Che talhor quella ch’apprezzi
Sembra Filli et è Clorisca.
Bella donna empia omicida
Tanto lusinga un cor quanto l’uccida.

Vero è il male e finto il bene
Che promette a’i ciechi amanti
Mostra gioie e da gran pene
Simulato ha il riso e i pianti.
Bella armata di rigore
D’angiolo ha il volto e di megera il core.

O speranze fallaci
O talpe allettatrici
E come esser potete
Fide scorte d’altrui se non vedete?
Ma ben s’accorda unitamente insieme
Cieco amor cieco amante e cieca speme
Ahi ch’io vaneggio ahimè speme che fate?
Olà fermate il volo
Non mi lasciate solo
Che solitario un uom non ha conforto
E un cor privo di speme in tutto è morto.

Venite venite
Speranze gradite
Speranze bramate
Venite tornate
Fermatevi qui.
Son dolci gl’affanni
Graditi gl’inganni
Chi speme nutrì
E il cor disperato
Per viver beato
Conclude così.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rn - Roma - Biblioteca Nazionale Centrale
collocazione MS Musicali 141 [71.9.A.33].10

Scheda a cura di Tiziana Affortunato
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