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Legami a persone
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Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Titolo uniforme
Organico
Bibliografia
Descrizione analitica
Dopo aver soggiogato
Misero Xerse
Mentre inaffio otioso
Misero Xerse
Ah no Ninfa che sei
Verde frondi che destate
Ahi non più de’ miei dolori
Lauri apollinei
Regni prendetevi
Quanto s’inganna
Purché Xerse viva amante
Bramo la pace
Mentre così delira
Trascrizione del testo poetico
Dopo aver soggiogato
Tutti i regni dell’Alba
Il già famoso eroe, Xerse l’invitto,
E dopo aver con le sue vele unita
L’Asia e l’Europa insieme
Dato in preda ai piaceri,
Con intesa idolatria d’amore
D’un platano s’accese,
E a vagheggiarle intorno
Vaneggiava così nel suo tormento:
Alme voi che vantate
Dell’Arimaspe al gelo il sen temprato
Et impetrito il core
E superbe negate
Che vi sia stella in Cielo
Possente ad influir fiamma d’Amore,
Io ch’esausto mirai
Per desertar le mie falangi al mare,
Io ch’il persiano Impero
Res’ onusto di glorie e mi vantai
Di vedermi adorare,
Vie più dal Sol dell’Oriente intero,
Io per Amor mi moro
E con tormento ignoto un tronco adoro.
Xerse infelice e qual nell’anima
Provo forza fatal
D’inusitato affetto
Di quel Nume è ricetto
Ruvida scorza, oh Dio, e qual Erinna
Il mio pensier confonde
In un albero ancora Amor s’asconde.
Misero Xerse
Chi le tue glorie
Impoverì,
Lasso da chi
Le tue vittorie
Sono disperse.
Misero Xerse.
Mentre inaffio otioso
Con le lacrime mie pianta lascia
Son d’ogni schiera argiva
Ludibrio ignominioso
E agl’eserciti assiri
Servon forse di riso i miei deliri.
Questa destra ch’avvezza
A trattar aste e spade
Or per diverse strade
Ha sognata bellezza
Delle vergogne mia l’istoria incide
Ed a scorno di Marte, Amor sen ride.
Ah che l’inferno solo
Per mio mal, per mio duolo,
D’amoroso pensiero il sen m’aperse.
Misero Xerse...
Ah no, Ninfa che sei
In sì bella prigion, nume adorato
Perdona i pianti miei
Il mio cor agitato,
Ch’in pianta così vaga
Il mio pensier, l’anima mia s’appaga.
Verde frondi che destate
Nel mio sen dolci speranze
Pria ch’aveste altre sembianze
Foste già chiome dorate.
Or dell’Idolo mio mirate come
Baccia il labro, le frondi el cor le chiome.
Ahi non più de’ miei dolori
Non fia già ch’io mi quereli
Ben ch’un tronco il sol mi celi
Il mio cor gode i splendori.
Quest’ombra io miro e col pensier intanto
Di vagheggiar il mio bel sol mi vanto.
Lauri appollinei,
Palme palladie,
Mirti venerei,
So che si vantano
Perché coronano
Le Deità.
Xerse non ha che invidiar gli Dei
Son nel platano mio tutti i trofei.
Regni prendetevi
I vostri eserciti
Io vi rinunzio,
Quante vittorie
Mi diede l’Asia,
Non è possibile
Che dal mio platano
Rivolga il piè.
Non son più Re, sogno d’Amor gl’imperi
Addio scuola di Marte, addio guerrieri.
Quanto s’inganna
Chi fra le stragi
Dentro i naufragi
Del proprio sangue
Il suo valor condanna,
Se son di corte l’ore vitali
Ciechi mortali
Che van fra l’armi
Ad incontrar la morte.
Purché Xerse viva amante
Non si cura di regnare,
Più gioisco in adorare
Che in vedermi trionfante.
Se sin or tutto furore
Fra le piaghe io venni meno
Non farà più ne mio seno
Le ferite altri ch’Amore.
Bramo la pace,
Più non combatto
Or ch’io son fatto
D’Amor seguace.
Nel mar dei riposi
In placida calma
Fruisca quest’alma
Con sensi amorosi,
Inviti noiosi
Di trombe guerriere
Svanite, tacete,
Con dolce quiete
In grembo ai piaceri
Innamorato il mio pensier si giace.
Bramo la pace...
Mentre così delira
Lo sventurato Xerse,
Amor proteo novello in tante forme
E l’assale, e l’inganna
Ch’ei fra gli ozi, e tra gl’agi
Con tragida fortuna
Muove tradito e il suo morire appresta,
Ai seguaci d’Amor scena funesta.
Paese
Lingua
Segnatura
fondo Malipiero
collocazione MAL T 272.21
Scheda a cura di Giulia Giovani